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Arctic Predator. Terrore tra i ghiacci

Regia di Víctor García vedi scheda film

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La recensione su Arctic Predator. Terrore tra i ghiacci

di giurista81
2 stelle

Tv Movie degno delle produzioni della Asylum, si pensi al pessimo Ice Sharks (2016), con tutte le deduzioni del caso. Effetti speciali imbarazzanti portati in scena con taglio prossimo all'amatoriale, scarso ritmo, dialoghi verbosi e scenografie posticce. La fotografia è poco curata, specie negli interni. Anonima la colonna sonora e bruttina la regia. Si salvano le interpretazioni, prossime alla sufficienza. Il soggetto scopiazza da La Cosa dell'Altro Mondo (1951), da cui riprende il contesto ambientale e il gruppo di studiosi che se ne stanno nel loro rifugio artico a giocare a biliardo, dama o al computer (sequenza che ricorda molto l'inizio de La Cosa di John Carpenter), introducendo un alieno - piovuto secoli prima dallo spazio - che ricorda il Predator (1987) di McTiernan. Nonostante i riferimenti a caposaldi dello sci-fi horror, scordatevi la tensione e il gore. Victor Garcia non riesce a creare brividi (se non quelli di freddo) e commette un errore madornale: infischiandosene delle lezioni di Spielberg (si veda la prima morte de Lo Squalo), mette subito in scena nella prima sequenza l'alieno. Lo spettatore non ha così neppure la curiosità di attendere il momento in cui il mostro paleserà le proprie sembianze. Garcia sbatte subito il mostro in primo piano, facendo comprendere allo spettatore di essere alle prese con una boiata. L'alieno, che sembra quasi un robottone che si muove in modo sgraziato, è un essere trasparente, fatto di ghiaccio, che attacca gli studiosi rincorrendoli e avendo pure il dono dell'ubiquità (si veda la sequenza delle motoslitte). Le uccisioni sono rappresentate con scarsa, se non nessuna, fantasia. Non si ricorre ad alcun artificio volto a sopperire allo scarso budget, ma si punta tutto su un cavallo azzoppato: la computer grafica. Da evitare.

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