Regia di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza vedi scheda film
Sorprendente opera prima di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, vincitore del Premio Semaine de la critique a Cannes 2013 e ora al centro di un inarrestabile fenomeno di export. Lo si vende in mezzo mondo, isole comprese. Torrido noir. Il Salvo del titolo, interpretato da Saleh Bakri, figlio del documentarista e attore palestinese Mohammed Bakri, è un sicario della mafia. A Palermo sfugge a un agguato e decide di ammazzare subito il mandante. Solo che in casa non lo trova: c’è invece Rita (Sara Serraiocco), la sorella non vedente. Invece di eliminarla la rapisce. Poi succedono molte cose, anche fenomenali: Rita ricomincia a vedere e Salvo, per oltre mezz’ora praticamente muto, a parlare. Potenzialmente amanti, ma la mafia non sgarra, non ama, non dimentica. Punto di partenza un cortometraggio degli autori di qualche anno fa (Rita) dove a riacquistare miracolosamente la vista era una bambina. Qui il cambio di sguardo segue anche traiettorie cieche, ma sono gli occhi intensi di Salvo a condurre il gioco, specie nel raid in casa del fratello della ragazza, pianosequenza di rara plasticità e abilità. Poi, sul finire, in scene di duello girate nelle ore più calde dell’estate siciliana, si è in puro western all’italiana, preferibilmente quello scritto da Fernando di Leo. Figure di contorno tutt’altro che fugaci, dal boss in canotta o giacca elegante Mario Pupella al fiancheggiatore Luigi Lo Cascio, che peraltro nel suo La città ideale si chiama Grassadonia. E non è un caso.
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