Trama
A Palermo i destini di Salvo (Saleh Bakri) e Rita (Sara Serraiocco) si incontrano grazie ad un miracolo, accaduto in un mondo in cui non se ne verificano mai. Rita è cieca sin dalla nascita e si ritrova ad essere presente nel momento in cui Salvo, killer della mafia, uccide suo fratello. Nonostante non veda niente, Rita sembra fissare Salvo, che per evitare il fastidio le chiude gli occhi con le mani ancora sporche di sangue. Quando Rita riapre gli occhi, inaspettatamente ha recuperato la vista. Ossessionato da quanto accaduto, Salvo la segrega in un magazzino isolato, dove entrambi realizzeranno il bisogno di una vita diversa.
Approfondimento
SALVO: UN MIRACOLO SICILIANO
Primo lungometraggio realizzato dai registi palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (autori del cortometraggio Rita), Salvo ha avuto la sua premier internazionale al Festival di Cannes 2013 nella sezione Semaine de la Critique. Interpretato da Saleh Bakhri, Sara Serraiocco, Luigi Lo Cascio, Mario Pupella e Giuditta Perriera, Salvo è così presentato dai suoi registi: «Durante un omicidio un killer di mafia dona la vista alla sorella cieca della sua vittima. Un miracolo, in un mondo dove i miracoli non accadono. È ancora possibile?
Questa è la domanda da cui siamo partiti per dare senso alla storia di Salvo.
Entrambi siamo palermitani ed è stato naturale scegliere Palermo come mondo nel quale ambientare la storia. Palermo è un mondo dove la libertà è pericolosa. Un mondo che ha bisogno di un tiranno, un oppressore, cosa inaccettabile ma in un certo senso comprensibile. Più misteriosamente c’è però una maggioranza che desidera essere oppressa, che ha bisogno di vivere in un perpetuo “stato di eccezione”, dove violenza e sopraffazione sono le uniche leggi. Uno stato in cui un vero libero incontro fra due esseri umani è inconcepibile.
L’incontro tra i due protagonisti provoca una frattura pericolosa, una sospensione di questo stato d’eccezione: la possibilità della libertà. Questo il miracolo di cui un mondo siffatto avrebbe più bisogno e ha più timore. Come dare forma alla storia di Salvo?
Per evitare le secche e i rischi di un cinema troppo concettuale, abbiamo articolato la storia all’interno della forma drammaturgica classica, giocando con alcuni generi riconoscibili: con il noir prima di tutto; con la storia d’amore; con la commedia nera, attraverso la coppia di piccolo borghesi, complici della latitanza del protagonista, guardiani e carcerieri del loro mondo angusto e grottesco; infine, aiutati dai paesaggi epici e desertici dell’entroterra siciliano, anche con il western all’italiana.
Con cura abbiamo evitato, di certa fiction che la Sicilia e la tematica mafiosa utilizzano, le semplificazioni, gli stilemi, la ripetizione dei soliti stereotipi che generano ambigue mitologie e cloroformizzano le cose e la realtà.
Il tentativo è stato quello di “scloroformizzare" le cose e la realtà.
Senso e forma del film che nella cecità della protagonista si fondono. Non solo come segno concreto, tangibile della metafora tematica del film, ma anche come cardine intorno al quale costruire il rapporto fra i personaggi, fra ciò che vedono e non vedono, fra ciò che al pubblico mostriamo e ciò che può solo ascoltare. L’orecchio come parte integrante della visione».
Frutto di una coproduzione italo-francese, Salvo conta sul lavoro di Daniele Ciprì come direttore della fotografia, di Mario Dentici come scenografo, di Desideria Reyner come montatrice e di Guillaume Sciama come tecnico del suono. L'ultima scena del film è inoltre un chiaro omaggio alla prima scena di Frank Costello faccia d'angelo di Melville, di cui Salvo può a tutti gli effetti essere considerato un lontano cugino.
Note
Sorprendente opera prima di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, vincitore del Premio Semaine de la critique a Cannes 2013 e ora al centro di un inarrestabile fenomeno di export. Lo si vende in mezzo mondo, isole comprese. Torrido noir. Punto di partenza un cortometraggio degli autori di qualche anno fa dove a riacquistare miracolosamente la vista era una bambina. Qui il cambio di sguardo segue anche traiettorie cieche, ma sono gli occhi intensi di Salvo a condurre il gioco, specie nel raid in casa del fratello della ragazza, pianosequenza di rara plasticità e abilità. Figure di contorno tutt’altro che fugaci, dal boss in canotta o giacca elegante Mario Pupella al fiancheggiatore Luigi Lo Cascio, che peraltro nel suo "La città ideale" si chiama Grassadonia. E non è un caso.
Trailer
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- Gran premio Settimana della Critica al Festival di Cannes 2013
Commenti (6) vedi tutti
Il Film in sè è Sara Serraiocco-Dipendente ma già mi pare di capire che ogniqualvolta ci sia Lei come Interprete,la Pellicola magari anche meno interessante possa diventare più accattivante SOLO per la Sua presenza : quindi la Storia seppur cruda entusiasma in questo caso non per tutta la visione.voto.4.
commento di chribio1Lento e noioso, con una specie di Schwarzenegger siculo che fa da protagonista pronunciando 25 parole in italiano in tutto il film, il resto in terronese sommesso è quasi incomprensibile. Qualche nota positiva c'è, come la magistrale interpretazione della protagonista femminile e alcune sequenze tra di loro, ma nulla di ché ...
commento di Maciknightchissà perché mi torna in mente Sandra Mondaini?
commento di kahlzerSopravvalutato. Un western palermitano che cerca premi e li trova, ma che nei suoi lunghi silenzi annoia un po'.
commento di slim spaccabeccoBellissimo film,consigliato.
commento di Talassoun ottimo esordio. Un film girato in tanti anni per supplire le carenze produttive. Esprime amore per il cinema
commento di Luca70