La recensione su Il principe abusivo

di mm40

3 stelle

Per motivi di gossip, una principessina deve fingere di innamorarsi di un povero qualsiasi; la scelta ricade su un disoccupato scroccone napoletano, che naturalmente con i suoi modi grezzi e incivili fa subito innamorare per davvero la nobildonna.

Poveri e ricchi possono amarsi per davvero, come persone normali: la morale del debutto di Alessandro Siani come regista è abbastanza semplice e chiara, ma soprattutto desolante; per contenuti e implicazioni logiche questo Il principe abusivo è realmente un’opera fuori dalla realtà e difficile a giustificarsi se non con il voler andare a tutti i costi incontro al pubblico più vasto e meno pretenzioso (e, a quanto pare, giudicato anche non troppo intelligente). Il poveraccio – napoletano scroccone, tanto per rinverdire un po’ di luoghi comuni – e la principessa, il ciambellano di corte e la popolana sguaiata; serie di gag da risate a denti stretti(ssimi) che si ripetono incessanti per cento minuti fino all’inevitabile lieto fine: disturbante perché lieto, ma assai gradito perché fine. Il principe abusivo è tutto qui. Siani regista fa il suo compitino, neppure complesso qui, mentre come protagonista lascia come sempre l’amaro in bocca – Troisi era un’altra cosa, punto e basta; come sceneggiatore senz’altro fa però il lavoro peggiore in questo caso, nonostante in tale ruolo sia affiancato dall’esperto di commedie brillanti Fabio Bonifacci. L’unica nota indiscutibilmente positiva è rappresentata da Christian De Sica, mattatore nei suoi spazi – comunque non limitati – con un personaggio nelle sue corde; sul fatto poi che si accoppi con Serena Autieri che ha un quarto di secolo in meno di lui, e visibilmente, meglio tacere. Nel cast inoltre compaiono Sarah Felberbaum, Marco Messeri e in particine Gisella Sofio e Aldo Bufilandi (secondo i titoli di testa; Bufi Landi in verità, ma pazienza). Si accettano miracoli (2015) sarà l’opera seconda di Siani regista, due anni più tardi. 3/10.

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