Regia di Alessandro Siani vedi scheda film
C’era già stato Celentano, nel 1981, autista dell’Atac e Innamorato pazzo di Ornella Muti, figlia del Re in visita a Roma. C’era una volta e c’è ancora, proprio perché è un classico. Favola del povero (Siani) che finisce a corte e a fare la corte alla Principessa (Felberbaum). Alla dama del castello piace fare solo quella che non vuole restare nell’ombra: serve un amore a misura di gossip. Così si può tornare alle latitudini comiche dei premiatissimi Benvenuti al Sud e al Nord: là si giocava con i tic e manie del malcapitato fuori posto, qui si può fare altrettanto con il ragazzo della curva B, che ne sa mille per la pizza a scrocco, alle prese con le maniere in punta di forchetta del piccolo principato tra i monti. Con tutto il campionario di impacci di bocca buona, la frittata di maccheroni e lo champagne per brindare all’incontro, il friccicore napoletano («Principè, ti faccio vedere i canguri a motore») e il rigore asburgico. Intanto il ciambellano diventa “ciambellone”. E bisogna tenere a bada i parenti di lui: miseria e nobiltà, arrivano tutti affamati e contenti. Siani, che non c’è paragone tra maschera e regista, fa il meglio del suo meglio, e non risparmia la citazione di Troisi, poeta cialtrone di Non ci resta che piangere. De Sica è il servo di corte che deve renderlo meno guappo, in una serie di situazioni che ricordano abbastanza l’ultimo cinepanettone (episodio Lillo & Greg), ma si toglie la soddisfazione in musical di cantare sotto la pioggia. Comunque vada, sarà un successo.
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