Regia di John Carney vedi scheda film
Tutto può cambiare (2013): locandina
Sorpresa: la "rigida inglese" Keira Knightley ha un'anima indie. Che abita meravigliosamente Begin Again (titolo italiano: Tutto può cambiare), piccola splendente perla firmata (regia e sceneggiatura) da John Carney (già autore di Once - Una volta) in formato soundtrack-opera, e permeata da un romanticismo che è tanto fuori (dal) tempo quanto impossibile da non adorare. Autentica visione romantica - scevra da briglie e logiche sentimentali(stiche) e da pretestuose laccate sovraincisioni "emozionali" - riversata su pellicola e restituita (al pubblico) in ogni traccia e componente: stato della mente che attraversa fasi e periodi, fortune e sciagure, drammi e crisi identitarie, rinascite e (ri)scoperte. Senz'altro un film sulla - e di, e dentro la, e con la - musica: libere lievi note e preziose pennellate vocali compongono una partitura dolcissima e delicata, che vive in/di New York nelle giornate traboccanti umori e rumori di fondo e negli scenari notturni di malinconie e solitudini da coltivare.
Tutto può cambiare (2013): Keira Knightley
Tutto può cambiare (2013): Mark Ruffalo, Keira Knightley
Ma è anche capace di sussulti/assalti di ficcante, sottile arguzia (riscontrabile nella descrizione, assai credibile, dell'ambiente e della "fauna" che lo popola), così come di sfumare in toni eccessivamente idealizzati, ma solo per eccesso, come dire, di "attitudine" (e comunque in maniera trascurabile). Una costante ricerca di "purezza" e di tocco, che sa far vibrare nel modo più giusto le corde dello strumento cinematografico (l'uso di flashback, i primi piani, le magnifiche fusioni tra immagini e suoni, la direzione degli attori, l'attenzione per i dettagli), fino a trovare - nelle immensità cosmiche di melodie tutte uguali, di distorsioni del cuore e di stelle (s)perdute - le esatte coordinate (atmosfere, linguaggio, contenuti) di una coinvolgente dimensione intimista.
"Marginale" e misurata finché si vuole ma profondamente pulsante, viva, di semplici accordi e riconoscibili echi lontani-vicini che descrivono una piccola magia sospesa felicemente nello spazio e nel tempo (del film).
E dimensione nella quale racchiudere tutti gli elementi della improvvisata orchestra dietro e davanti e dentro Begin Again: le frequenze imprevedibili che riverberano dalla complessità dei rapporti e delle relazioni, le instabili sequenze del quotidiano che producono litanici loop esistenziali, la strada come tappeto sonoro di scelte e compagnie e (forse) nuovi inizi, ricordi e memorie custodite/trasfuse in playlist che dicono chi sei e chi vorresti essere; e New York, spazio unico di una libertà prima spirituale che fisica («la città sarà la nostra sala d'incisione»).
Interpreti eccellenti, a partire dai comprimari: il divertente James Corden (personaggio eclettico, la cui esuberante verve brillante è stata sfruttata anche in un paio di episodi del Doctor Who), Catherine Keener (forse un po' sprecata, ma inappuntabile), Hailee Steinfeld (canonica la sua ragazzina arrabbiata e ribelle, ma si smarca con l'inaspettata performance chitarristica), e persino il debuttante Adam Levine - leader dei Maroon 5 e non proprio un mostro di simpatia - funziona egregiamente (insomma, fare lo stronzo gli riesce proprio bene).
Ma è indubbio che è la pellicola - oltre che nei bei pezzi della colonna sonora scritta creata da - vive nella coppia di protagonisti: la loro chimica è evidente e persistente, dona respiro pieno ed ampio, e lascia una piacevole sensazione, come una canzone che si riascolta sempre volentieri. E se Mark Ruffalo è perfettamente calato nella sua parte, credibile in ogni sfumatura ed espressione, la versatile - checché se ne dica - Keira Knightley (già abitante l'universo delle opere indipendenti con il gioiellino Seeking a Friend for the End of the World, e non a caso anche nel debutto registico della sceneggiatrice Lorene Scafaria la musica rivestiva un ruolo tutt'altro che secondario), malgrado non lo avesse mai fatto prima, si mette pure a cantare. E sorprende: ottima presenza, bella voce, performance intense, adorabile sempre e ancor di più.
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confermo in tutto e per tutto, compreso sul sorprendente gioiellino che è stato "Seeking a Friend for the End of the World". Un saluto Mike
Bene, grazie Mike. Ciao.
Ormai non mi fiderei più di una produzione con la Knightley (ultimamente non si è prestata in ruoli troppo memorabili), ma nel trailer non sembra la smorfiosetta di Pirati dei Caraibi.. magari l'età le sta realmente permettendo di maturare artisticamente...
Capisco sulla saga dei pirati, d'altronde aver avuto accanto un principe delle smorfie come Depp deve averla contagiata. Però lei si è completamente smarcata da quei ruoli, anche negli ultimi anni (tralasciando le produzioni con Joe Wright): oltre al già citato film della Scafaria, basti pensare a Non Lasciarmi, Anna Karenina, A Dangerous Method (anche se qui so di essere in minoranza), London Boulevard (opera di riscoprire).
Knightley canterina non mi convince ( compensa in altri modi ), ma Ruffalo ('67), cristo santo, dove lo metti sta. Con J.Phoenix ('78), M.Shannon ('74), etc..., il migliore della loro gener...'categoria' ( la 'categoria' è quella degli attori che preferisco...).
No, d'accordo: non dico certo che abbia chissà quale talento, o che sia la nuova PJ Harvey o Debbie Harry o la Amoroso (ok, battuta brutta, eruttala pure); però, dai, se la cava mica male per essere una del tutto a digiuno da esibizioni canterine.
Su Ruffalo condivido (e alla tua categoria ci aggiungo Sam Rockwell).
Si era chiaro il tuo pensiero ( "nelle immensità cosmiche di melodie tutte uguali" : penso renda bene l'idea : tutto molto piacevole, senza gridare al miracolo ).
A Rockwell aggiungo Martin Freeman e per quanto mi riguarda al fantacinema con questa squadra di calcetto a cinque siamo in ''Europa'' League.
Per la Champions decide il mercato...
Un bel quintetto NBA. Sesto uomo Cumberbatch (o Tom Hardy o Idris Elba o DiCaprio)
Quattro stelle? Da te?.........corro a vederlo :-)
No ... vai piano che non hai più l'età ...
Quoto all'ennesima potenza la tua ottima recensione Gregorio. Quando c'è un film con la nostra Keira non ho molti dubbi su chi consultare :-) Non è piaciuto a tutti (tipo FilmTV) ma a me ha davvero affascinato. E ciò mi suggerisce di recuperare il prima possibile anche "Once". Keira torna a New York (splendido set) dopo "Last night" (Soho) e ancora un volta riesce ad ammaliare (ma non è una novità, è dai tempi di "Sognando Beckham" e "Love actually" che vi riesce). Per chi non lo avesse visto, "Cercasi amore..." è assolutamente da recuperare. A presto
Grande Alex, su Keira se ne scrivono di ogni, eppure credo abbia ampiamente dimostrato la sua versatilità. Tra l'altro si dice un gran bene del suo prossimo lavoro, The Imitation Game (elogi al film, all'istrionico Cumberbatch e a lei) ma da questa parte dovremo aspettare gennaio 2015 ...
Last Night invece non m'era piaciuto, abbastanza anonimo e floscio come film indipendentemente dalla prova degli attori.
Begin Again per me è già un piccolo cult, se ne ho l'occasione me lo riguardo volentieri. Ciao.
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