Regia di Henry Alex Rubin vedi scheda film
Una giornalista che vuole intervistare un adolescente che si esibisce a pagamento in un sito a luci rosse; una coppia reduce dalla morte del figlio derubata via web dei suoi risparmi; due cyber bulli che costringono un coetaneo ad un atto estremo; un detective di crimini informatici che deve fare una scelta di coscienza difficilissima.
Tutte queste storie che si intrecciano nella piccola cittadina e mettono a confronto con ruoli diversi i vari personaggi e le loro varie famiglie e conoscenze.
Toni drammatici, con un pathos crescente che solo in parte si scioglie nella possibile catarsi finale.
Il film parte come una specie di enciclopedia delle potenzialità negative del web, ma non è un documentario e presto si concentra sugli aspetti umani, sulle relazioni, sull'umanità dei vari caratteri, arrivando a suggerire quello che in fondo già dovremmo sapere: internet è uno strumento e siamo noi ad usarlo secondo le nostre predisposizioni, a volte intrise di malvagità a volte di ecessiva ed ingenua buona fede.
L'ho visto dopo "Men, women and children" che mi aveva impressionato molto, ma che in realtà posteriore a "Disconnect". Forse sta nascendo un genere su questo spazio virtuale che ormai ha assunto tanta importanza nella nostra vita ed è quindi logico che gli si dedichino sempre più storie, belle o brutte che siano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta