Regia di Henry Alex Rubin vedi scheda film
Tecnologie elettroniche, internet, ipad, cellulari: sono queste le armi bianche del postmoderno, capaci di annichilire l'identità delle persone e di arrivare a conseguenze parossistiche attraverso il loro uso. Nel memorabile film d'esordio nel cinema di finzione di Henry Alex Rubin (Disconnect, cioè sconnessi, a sottolineare proprio la dissociazione tra identità reali e fittizie) tre storie si intrecciano intorno al tema degli usi ed abusi delle tecnologie digitali: un diciottenne che, consenziente, si presta a posare nudo attraverso una webcam e viene ingaggiato per un'intervista da una giornalista in cerca di scoop; una coppia che ha appena perso una figlia e che si vede svuotare il conto in banca da un pirata informatico e un quindicenne solitario e sognatore che diventa oggetto del bullismo di due suoi compagni di scuola.
Non diremo altro della trama, se non che l'intreccio è degno dei migliori film della coppia Inarritu-Arriaga o di un Altman in stato di grazia. Nel gioco di identità fluide e ricomponibili del web, le personalità rischiano continuamente di trasformarsi in mutazioni caleidoscopiche, a causa delle quali qualcuno finisce sempre per pagarla al posto di qualcun altro e la famiglia non è mai una roccaforte abbastanza robusta per potersi difendere dalle infiltrazioni esterne. Un esordio imperdibile.
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