Regia di Jon Lucas, Scott Moore vedi scheda film
In una notte di quel periodo fruttuoso per i dilemmi giovanili del cinema americano (il lasso di tempo che separa scuola e lavoro, con il corollario di nostalgia e aspettative, di libertà perdute e progetti, di passato mitico e prigioni venture), tre amici festeggiano l’ingresso nell’età adulta di uno di loro. Seguendo pedissequamanente le rappresentazioni delle notti da leoni fornite dall’immaginario pop contemporaneo, dal cinema d’oggi e dal videoclip: alcol a go go, sesso come unico fine, estinzione di ogni inibizione e regressione animalesca. Il politicamente scorretto, il demenziale, la scatologia. E un ordine - puntualmente - da ricostruire. Lo spettatore è invitato a chiedersi quale assurda catena di eventi in flashback abbia portato alla prima scena del film (i personaggi a passeggio, vestiti solo d’un calzino a coprire il pene e marchiati a fuoco sulle natiche). Ai protagonisti il compito di riaccompagnare il festeggiato in coma etilico a casa, perché adempia al suo dovere. L’idea, che paga al botteghino, è di riciclare il riciclato: Una notte da leoni con ventenni, eccessi idioti e belluini, solita retorica di formazione del teen movie, una botta alla trasgressione e una al conservatorismo, lieto fine ecumenico e chiosa su antichi valori morali, tra l’importanza dell’essere amici e il «reclama te stesso». Il punto di vista è quello del bianco caucasico, stereotipo per cui l’altro è sempre e solo macchietta comica o oggetto rigorosamente eterosessuale: crescere significa comprendere il compagno asiatico e scoprire l’amore. Evitatelo in pace.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta