Regia di Mino Guerrini vedi scheda film
In rapida successione con la trilogia pasoliniana (Decameron / Canterbury / Mille e una notte), Mino Guerrini propose le sue 'versioni alternative' di tali pellicole, ma tutte realizzate con mezzi poverissimi, attori quasi tutti sconosciuti e, di buono/decente, quel minimo di tecnica che il regista aveva a disposizione (Guerrini, va riconosciuto, non è un fenomeno ma neppure uno dei soliti scarsissimi mestieranti del cinema di genere di serie Z). Scritto da Luigi Russo, il Decameron n° 2 rifà il verso a Pasolini non solo nel titolo: è infatti uno dei pochissimi decamerotici (il filone trash-trecentesco che in quegli anni imperversava) ad attenersi con discreto scrupolo al testo originale del Boccaccio; l'episodio più divertente è senza dubbio il secondo, il meno scollacciato - anche se di erotismo ce n'è a sufficienza e non in abbondanza - che 'vanta' come protagonisti due caratteristi d'eccezione come Mario Brega e Salvatore Baccaro, quest'ultimo qui in una delle sue prime comparse sul grande schermo. Nel cast anche Pupo De Luca e Antonella Murgia. Da apprezzare infine la colonna sonora di Berto Pisano, che per non correre rischi si firma però Burt Rexon; per il resto si tratta ovviamente di un lavoro non particolarmente brillante e a tratti perfino scadente (l'episodio dell'eremita e della giovane 'convertita' al cristianesimo). 2/10.
Sei racconti licenziosi davanti a una tavola imbandita. Fra gli altri, la storia di un frate che approfitta della moglie di un uomo troppo devoto; quella di un eremita che insegna la fede cristiana a una bella ragazza violentandola; la storia di una moglie e un servo, amanti, che si coalizzano contro il marito/padrone e lo sbeffeggiano tramortendolo, dopo averlo cornificato.
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