Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Le uniche cose belle di questo film sono il titolo e Hugo Silva.
Questa era l'opinione breve, ed ero tentato di lasciare solo quella.
Quella più articolata (logorroica?) parte dal presupposto che gli elementi per fare di questo film una pellicola non geniale per carità ma carina sì, c'erano proprio tutti. C'era la storia tutto sommato divertente e c'erano alcune battute e gag che coi giusti tempi potevano anche funzionare, per quanto inesorabilmente trite, già viste e banalotte. E c'era la grande visione allegorica della Spagna odierna, che dopo il boom (economico e di popolarità) si ritrova ora allo sbando a volare in tondo come l'aereo del film, anestetizzando i passeggeri di classe turistica perchè non vedano o annegando se stessa tra alcol, droghe e sesso promiscuo sempre e comunque. Promiscuo nonchè gayo, perchè, si sa, nei film di Almodovar si arriva alla rappresentazione catartica di un mondo dove tutti ma proprio tutti sono gay o bisex (se sono gay ovviamente parlano rigorosamente al femminile e di regola, quando non sono impegnati a bere, drogarsi e cantare, si accoppiano con quei marcantoni dei bisex). Se proprio qualcuno è etero allora è devoto al BDSM. O arrapato da mane a sera. Non si scappa
,.
Peccato che sia l'allegoria sia la più immediata comicità surreale si perdano irrimediabilmente perchè il film è semplicemente brutto e girato male.
E posso capire l'amore per la surrealità (anche io a volte l'apprezzo), posso capire la nostalgia per gli anni '80, posso capire il gusto per il camp (ma chiamiamola gayezza, viva l'italiano) che anche a me, entro certi limiti, diverte. Posso anche capire l'ottica di un fan del regista, che come il fan di un cantante riesce sempre a trovare il bello anche nel peggio e riesce a vedere significati e guizzi laddove agli altri appare solo piattume.
Ma qui è proprio tutto sbagliato. Sono sbagliate le battute, sono sbagliatissimi i tempi, è atroce la sceneggiatura che si trascina con stanchezza ineffabile già dopo pochi minuti barcollando come se avesse trangugiato anch'essa troppe aguas de valencia (perchè, ad esempio, una delle storie ha un suo svolgimento a terra che viene seguito per un quartetto d'ora mentre le altre sono, giustamente, confinate nell'unità di luogo della cabina?)
Di forte invece ci sono le interpretazioni degli attori, tutti, o quasi tutti, molto bravi. E ce la mettono tutta. Ma con un copione così non si possono fare i miracoli.
Esclusi dalla precedente affermazione sono Banderas e la Cruz, coinvolti in un imbarazzante siparietto iniziale che in linguaggio politicamente corretto dovrebbe definirsi "cameo" ma che si palesa fin troppo come marchetta pubblicitaria (per se stessi e per il film).
Via, tutto sommato l'ho visto fino alla fine e buona parte del cast è brava come ho detto, ragion sufficiente per assegnare al film un paio di stellette (risicate). Ma essendo un film di un regista così amato e difeso a spada tratta dai suoi fans irriducibili mi sento di dare 1 stelletta a cuor leggero, certo che non sarà il mio voto ad abbassare la media. :)
PS: perchè quella che in un film italiano definiremmo volgarità cinepanettonesca tout court in un film spagnolo diventa "sana volgarità madrilena"? Ah, Italia, schiava del forestiero. :)
PPS: quasi dimenticavo, me sciagurato. Il siparietto con gli allegri steward che danzano al suono della hit delle Pointer Sisters dovrebbe essere un "highlight" del film ma si risolve in un momento di maldestra lentezza e noia. A questo punto per sorridere divertiti meglio guardare gli Scooch che cantanto "Flying the Flag" all'Eurofestival del 2007, no?. ;)
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