Regia di Bruno Oliviero vedi scheda film
A Milano, un commissario di Polizia vedovo (Orlando) è chiamato a indagare sull'omicidio di un uomo assai in vista, abituale frequentatore di escort, trovato morto nel suo appartamento. I sospetti inizialmente convergono sulla reticente moglie dell'uomo (Ceccarelli). Nella stessa notte la figlia del commissario (Raffaelli) viene fermata con una pistola in mano…
Indeciso tra noir, poliziesco e melò, l'esordiente Bruno Oliviero pasticcia tra i generi, realizzando un film tanto ambizioso quanto velleitario. Fin dalle prime inquadrature si scorge il tentativo di squadernare davanti agli occhi dello spettatore capacità autoriali, tra lunghi indugi della macchina da presa, sfocature d'immagine e grandangoli spinti. L'impressione è invece quella di chi non sa come maneggiare i mezzi che ha a disposizione. I limiti del film non sono solo figurativi: il copione è esilissimo, gli attori impacciati o sottoutilizzati (la mimica di Silvio Orlando viene qui impiegata al minimo delle sue potenzialità; Battiston è poco più che una comparsa e ha pochissime battute; la Ceccarelli non ha mai cambiato espressione da quando comparve per la prima volta in Segreti segreti e l'esordiente Alice Raffaelli, sguardo torvo dalla prima all'ultima inquadratura, è improponibile come attrice, tanto più che è penalizzata dalla cadenza in stampatello che la induce a parlare come un'albanese), le indagini vengono condotte in una maniera talmente approssimativa che non c'è bisogno di avere seguito intere annate di CSI per rendersene conto e il ritmo è inesistente.
Con i tioli di coda arriva la mazzata finale: un'inascoltabile canzoncina di Gianna Nannini.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta