Regia di Hélier Cisterne vedi scheda film
Vandal è vivo e disegna insieme a noi. Un pò Banksy in versione francese, un pò indagine sul mondo dei writers, Vandal è una piacevole visione all'interno di questo Tff ricco di temi politici, attuali ed economici. Ambientato a Straburgo, segue la vita di givani bad boys che di giorno sono perfetti modelli da seguire, am di notte si trasformano in pericolosi sovversivi pronti ad imbrattare i muri delle nostre città. A questo gruppo chiamato Ork si aggiunge Cherif, figlio della multiculturalità francese ed araba che cerca uno scopo all'interno della sua caotica vita. Conflittuale nel suo modo di vedere l'esistenza, nel rapporto con gli altri, con i genitori, con gli zii che lo ospitano, col suo stesso gruppo di amici-writers, è anche lui alla ricerca del writers più famoso della città: Vandal, un anonymous delle bombolette che lascia il suo marchio ovunque scavalcando cantieri, recinti e sempre col cappuccio nero calato sulla testa. E l'Ork qusto non lo sopporta. Se ci deve essere una banda di writers, devono essere loro. Sullo sfondo, una storia d'amore che coinvolgerà Cherif con una sua compagna di scuola, un lavoro da muratore che non fa per lui, una famiglia che cerca di proteggerlo ma che sente come ossessiva e il significato di amicizia e tradimento all'interno della banda. Così, quando ha l'opportunità di capire che con un cappuccio nero sulla testa tutti possono essere Vandal, non esiterà a tributargli l'ultimo omaggio, proprio mentre sorge l'alba e sul tetto di una casa ancora una volta compare la tag di colui che nessuno sa chi sia ma che tutti conoscono attraverso le sue opere.
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