Regia di Hélier Cisterne vedi scheda film
Vandal è un serrato coming of age nell’oscurità del mondo dei writer e delle relazioni interpersonali. L’adolescenza è una convenzione borghese destinata a protrarsi a lungo ma il cinema impegnato europeo la riporta alla sua dimensione del tutto teorica: protagonisti dall’identità incerta, scorporati definitivamente e precocemente dalle famiglie d’origine, devono creare un linguaggio, un collegamento emotivo ed esistenziale per interpretare la propria crescita, per dominare un tempo che non possono in alcun modo regolare sulle proprie legittime esigenze. Lontani dai lucchetti dell’amore, da ammiccamenti effimeri e consolatori, la nuova gioventù non ha tempo per vivere da ragazzo, sono semplicemente giovani alla ricerca di sé. Cherif, è un classico elemento difficile, la madre francese e gli efficienti servizi sociali provano a fargli cambiare aria perché la sua rabbia non rovini anche il fratellino, così viene trasferito a Strasburgo dagli zii, con la possibilità di incontrare suo padre un muratore arabo. Tramite il cugino entra a far parte di un gruppo di graffittari e per la prima volta nella sua vita Cherif si sente parte di qualcosa che lo riguarda. Come hanno mostrato i maestri Dardenne, questo cinema è diretto, realistico, veritiero, non usa girare intorno ai significati e soprattutto fa vedere soluzioni, illumina drammaticamente e con consapevolezza la strada che si sta percorrendo. La rappresentazione del mondo dei writer è costruita magistralmente, azione, segni, ombre, colori e poche parole ma sempre pesanti come macigni, compongono veloci sequenze dense di fascino. La crescita del personaggio protagonista si sviluppa attraverso i segni che ridisegnano (o imbrattano) il contesto urbano, non a caso Cherif nella burrascosa ed embrionale relazione con una ragazza, Elodie, dopo averla spogliata le colora il corpo anche se non si sente ancora del tutto integrato nella sua nuova dimensione. Sarà necessario spezzare e rinnegare i legami familiari, e trovare nella figura dell’alter ego Vandal, un misterioso e solitario writer, per affermare i propri desideri e forse scoprire anche di avere dei sentimenti. Opera prima del giovane Helier Cisterne, che divide le inquadrature fra primissimi piani dei protagonisti e lo scenario urbano creando costantemente un’atmosfera di tensione pulsante che conquista e che contribuisce all’analisi di un frammento estremamente attuale e realistico della quotidianità.
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