Regia di Russell Rouse vedi scheda film
Bellissimo western che tratta delle crisi di identità di un pistolero "buono"(Glenn Ford/George Temple / George Kelby, Jr) ed uno "cattivo" (Broderick Crawford/Vinnie Harold): ambedue sono ossessionati dall'idea di dimostrare la loro abilità con la sei-colpi, ambedue per questioni irrisolte della loro biografia. Ford vive in un paesino assieme alla moglie, dove ha una bottega ed è benvoluto da tutti, ma qualcosa lo perseguita e pare di imminente accadimento. Nonostante abbia promesso alla moglie di "non farlo mai più", esce in segreto dal paese e va ad esercitarsi con la pistola. Quando la moglie lo scopre, capiamo che è questa sua mania di fare il pistolero che li ha costretti a cambiare ripetutamente dimora in vari stati.
Il film si apre con Vinnie Harold che sfida Clint Fallon, un pistolero famoso, e il dialogo è molto interessante:
Harold:"Signor Fallon, vi sfido, perchè devo sapere!"
Fallon :"Non date tregua ai vostri rivali, eh?"
Harold: "No, se si credono più bravi di me!"
e dopo che l'ha fatto secco, dà disposizioni per la lapide:
"Scriveteci che l'ha ucciso il tiratore più veloce del mondo", ma alle sue spalle fa subito eco la voce di un cieco:
Cieco:"Questo non è vero, c'è chi è più veloce di voi!"
Harold:"E chi sarebbe?"
cieco: "Oh, lo troverete! Per quanto veloce uno sia, c'è sempre chi tira più svelto!"
Nel paese di Temple, gli amici fanno allusioni un pò velate:
"Lo sai che lui non beve alcool, soltanto aranciata, è vero, George?"
per cui cresce l'inquietudine, della quale si accorge la moglie Dora/Jeanne Crain:
Ha ricominciato ad ossessionarti, non è vero?
A peggiorare tutto, arriva il solito vecchietto testimone del duello iniziale, che racconta con dovizia di particolari in presenza di Temple che sembra sempre più ossessionato dal racconto. E il vecchietto chiede se vogliono riscoltare la storia, quando George tuona secco:
"No!", e comincia a trattare male tutti, sempre più insofferente di qualcosa, fino a che si dirige al bar, dopo quattro anni di astinenza. Qui ritrova il vecchietto che sta raccontando ancora la storia di Vinnie Harold, e di nuovo allusioni sul conto di George: "Quando si parla di armi, certa gente si sente male!" e qui non resiste più, e comincia a parlare del giusto modo di impugnare un'arma.
"A sentirti sembra che te ne intendi di pistole!", e George ribatte prontamente:"Infatti!", e dopo aver bevuto un pò, ecco che deve dirlo: "Sapete chi sono io? Volete sapere chi sono io? Io sono il più veloce tiratore che esista al mondo!", e per dimostrarlo, chiede in prestito una pistola ai presenti, che si rifiutano di dargliela, credendolo in preda all'alcool. E quindi si avvia come una furia a prendere la sua, ma la moglie lo vede e capisce tutto: George le aveva giurato di essersene sbarazzato ("dicesti di averla gettata nello stagno di Miller, mi descrivesti perfino la scena!") ma ormai è al colmo dell'euforia ("sono stufo che mi credano un droghiere!") e alla moglie che lo implora di lasciar perdere, risponde:"Devono sapere chi sono, Dora!"
E dà una delle più incredibili dimostrazioni di perizia di tiratore, due dollari baccati al volo e un boccale di birra lasciato cadere all'improvviso. Tutti lo celebrano, e guardando la pistola si accorgono che ha sei tacche.
George decide di lasciare il paese, perchè la sua bella esibizione attirerà gente ansiosa di dimostrare di essere loro i migliori. La moglie non lo vuole seguire, non fidandosi più dei propositi del marito, ma George, durante la funzione domenicale, va all'altare e consegna la pistola al prete. In tal modo, la moglie decide di seguirlo, ma vista la reputazione eccellente di cui George gode, i concittadini si oppongono alla sua partenza, giurando di non dire a nessuno di quella faccenda.
Ma i buoni propositi non sono sufficienti: un bambino, lasciato da solo, snocciola tutta la storia proprio a Vinnie Harold appena arrivato in paese...
La storia può avere dei lati poco credibili, ma alla fine il buono (molto) è più grande dei difetti (pochi). La scelta di concludere la storia in modo un pò effettistico è l'unica cosa, in definitiva, a non piacermi troppo. Le parole che Leonard Maltin dedica al film riassumono efficacemente il mio pensiero: "sincero western con una morale", uno dei più belli che abbia visto in quanto a definizione dei personaggi magistralmente interpretati dal buono e dal villain, nella filmografia di Glenn Ford (il mio cowboy preferito) secondo solo a Quel treno per Yuma (1957) e, forse, anche a Cowboy (1958).
C'è qualcosa di male ad aver paura? Diamo la parola, per concludere, a George Kelby:
"Si, è vero, mio padre diceva che uno può anche scappare...svignarsela...fuggire...ma purtroppo un Kelby non può! Io non riuscii ad affrontare neppure l'uomo che aveva ucciso mio padre".
Sull'interpretazione di Russ Tamblyn
Ballerino straordinario, fa un numero magistrale.
Sulla colonna sonora
Ottima.
Ballerino straordinario, fa un numero magistrale.
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