Regia di Richard Ayoade vedi scheda film
Un timido e anonimo impiegato viene affiancato in ufficio da un collega a lui identico, ma spudorato ed estroverso; i due fanno amicizia, ma il secondo è destinato a rovinare la vita del primo.
Dostoevskij trascinato ai giorni nostri, più o meno (la realtà di questo film corrisponde a una specie di retrofuturismo anni ’80), fa sempre la sua riuscita: non che costituisca di per sé notizia, ma il fatto fa tirare un sospiro di sollievo. Il romanzo Il sosia, tra i capolavori dello scrittore russo, diventa così una sceneggiatura firmata da Richard Ayoade e Avi (fratello minore di Harmony) Korine, che con la regia del primo e la partecipazione di Jesse Eisenberg come protagonista centrale dà vita a un film spigoloso, riflessivo, a tratti realmente inquietante, ma a tutti gli effetti non coinvolgente quanto le pagine di Dostoevskij sanno essere. Questo probabilmente perché la distanza fra i due sosia del film appare decisamente macroscopica, fin troppo scoperta rispetto a quelli narrati un secolo e mezzo prima, e anche perché gli elementi inseriti dal nulla nella sceneggiatura (il suicida, la sottotrama erotica) risultano un po’ forzati e non vanno sempre a segno. Se sulla pagina ragione e follia a un certo punto si mescolano ed è realmente difficile distinguerle, meno forza ha invece questo tipo di dinamica nella narrazione di Ayoade sullo schermo. Altri interpreti: Mia Wasikowska, Wallace Shawn, Noah Taylor, Yasmin Paige e, impegnati in un cameo ciascuno, Chris(topher) Morris e il cantante dei Dinosaur Jr. J. Mascis. 5/10.
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