Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
La sbornia del successo e' difficile da smaltire. Ci sta provando con fatica Kevin McDonald, enfant prodige del cinema inglese destabilizzato dalla doppietta realizzata nell'arco di pochi anni, dapprima vincendo l'Oscar per il miglior documentario per "One Day in September", e poi ripetendosi per interposta persona attraverso Forest Withaker premiato come miglior attore protagonista per la parte di nel suo "L'ultimo re di Scozia". A confondere le acque prima e dopo, una serie di produzioni dagli esiti incerti, equamente divise tra prodotti di genere (State of Play, Eagle) e film documentari (Marley) che hanno permesso di rimanere nel giro che conta, senza però concedere favorì sul raggiungimento di un parnaso che molti avevano azzardato a pronosticargli. "How I Live Now" presentandosi con caratteristiche spurie mette insieme ambedue le tendenze. La storia infatti sembra il classico racconto di formazione a tematica amorosa, che però ad un certo punto si trasforma in qualcos'altro per le conseguenze di un esplosione nucleare che fa da prologo ad un teatro di guerra dai risvolti talmente catastrofici, da abbracciare quel filone millenaristico che negli ultimi anni ha fatto proseliti ad ogni latitudine cinematografica.
A fare le spese nella vicenda in questione una coppia di adolescenti, disfunzionali quel tanto che basta a catturare l'empatia del pubblico coetaneo, ed una famiglia dimezzata per l'assenza del padre, ma allegramente ravvivata dalla banda di mocciosi che completa le fila di un gruppo umano a dir poco stravagante.
Contrariamente alla moda dilagante del cinema mainstream che costruisce il tessuto emotivo con overdosi informative, McDonald preferisce i suggerimenti alle spiegazioni, in un modo che sembra più attento allo stato d'animo dei personaggi che allo sviluppo di un intreccio, modellato nella seconda parte, quella che segue alla diaspora post nucleare, sulla cronaca di un' anabasi perigliosa ma rettilinea. Per farlo il regista scozzese utilizza uno stile frammentario, che alterna impressionismo fotografico a digressioni da combact film. La dote migliore e' quella di riuscire a ricreare ciò che di irrazionale ed oscuro si nasconde dietro la bestialità del comportamento umano. E poi la dimensione di un innamoramento che si concede un romanticismo mai corrotto da compiacimenti deteriori e melensi. A sul discapito, e qui torna quanto accennato in premessa, il senso di incompletezza che trascina il film ad una conclusione emozionalmente frettolosa, e per certi versi abbastanza scontata nel costringere il caos ad un ordine conservativo di stampo hollywoodiano. Complice dei momenti di maggior interesse la recitazione acerba ma pulita di Saoirse Ronan, manco a farlo apposta coinvolta in un'amore complicato quasi quanto quello in cui l'avevamo lasciata ai tempi di "Host". A McDonald ed al suo How I Live Now" invece i chiaroscuri di una carriera in via di perfezionamento.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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