Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film
T.S. (Catlett) vive nel Montana con la sua famiglia: un padre cowboy (Rennie), una madre (Bonham carter) entomologa a tempo perso capace di bruciare tostapane uno dopo l'altro, una sorella frivola e un fratello gemello dizigote morto accidentalmente. Lui, T.S., a soli 10 anni è un Leonardo Da Vinci in erba e ha inventato una macchina per il moto perpetuo capace di durare 400 anni. È per questo che è stato convocato dallo Smithsonian Institution per ritirare un premio prestigioso. T.S. decide di andare a ritirarlo senza dire nulla a casa e si avventura in un lunghissimo viaggio dall'Ovest all'Est del Paese, verso Washington, dove gli organizzatori dell'evento e la televisione si preparano a cannibalizzare mediaticamente il caso.
A sei anni di distanza dal precedente film-capolavoro, L'esplosivo piano di Bazil, torna il cinema immaginifico, surreale e pirotecnico di Jean Pierre Jeunet, uno dei registi più dotati e visionari della sua generazione, noto soprattutto per Il favoloso mondo di Amèlie. Stavolta però, come era già accaduto con Una lunga domenica di passioni, qualcosa non funziona: se gli occhi si riempiono di invenzioni visive straordinarie e spiazzanti, di un repertorio interminabile di trovate geniali e originalissime che frullano insieme fotografia ipersatura, movimenti di macchina in dolly, animazione e bricolage fotografico, il cuore rimane a secco e la narrazione - a dispetto del registro fiabesco - arranca, come se la sceneggiatura avesse cercato il modo per giustapporre le invenzioni di regia senza preoccuparsi troppo della svolgimento. Per di più, la retorica sulla famiglia e l'espediente narrativo del (non giustificato) senso di colpa del protagonista per la morte del fratello spostano l'ago della bilancia emotiva sul versante della stucchevolezza.
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