Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Il 1964 fu l'anno della rivelazione per lo spaghetti western; il primo titolo di successo (e non solo a livello italiano, ma internazionale) fu Per un pugno di dollari, a cui seguirono rapidamente Massacro al Grande Canyon e questo Una pistola per Ringo. Curiosamente dei tre principali iniziatori del genere, due si chiamano Sergio: Leone e Corbucci, mentre il terzo elemento del tris è Duccio Tessari, che è anche quello più virato verso la commedia. Infatti può permettersi di firmare il suo esordio nel western all'italiana con il suo vero nome, a differenza dei colleghi (Bob Robertson per Leone e Stanley Corbett per Corbucci), autori di prodotti troppo 'seriosi' per il nostro mercato e già in partenza diretti verso quello estero. Cosa che invece Una pistola per Ringo può anche permettersi di non fare, rimanendo ancorato alla piccola ma solida dimensione nazionale, perchè la piccola produzione (Luciano Ercoli) punta su un cast di nomi non molto celebri, ma di validi caratteristi che bazzicavano da tempo Cinecittà (fra cui il protagonista, Giuliano Gemma, che era conosciuto ai tempi più che altro come stuntman) e su una confezione snella e briosa; la leggerezza della trama è sicuramente un limite rispetto ai lavori dei due colleghi sopra citati, ma anche questo Ringo si lascia vedere volentieri, intrattenendo e divertendo con un buon ritmo per un centinaio di minuti. Erano quelli anni in cui a Cinecittà c'era molta collaboratività (che spesso sfociava pure nel plagio o nella presa a prestito non dichiarata) e il fatto che Tessari avesse partecipato alla stesura del copione di Per un pugno di dollari è un fatto che spiega molte cose; al rapido successo del film fece seguito la realizzazione altrettanto sbrigativa di un sequel (Il ritorno di Ringo, a dimostrazione che la fantasia nel filone non è mai stata egregia) e di un'infinita lista di altri 'ringhi' dei più disparati registi. Qui nel cast accanto a Gemma troviamo interpreti cari a Tessari, da lui spesso utilizzati come Nieves Navarro (d'altronde anche moglie di Ercoli) e Lorella De Luca, oppure come il futuro veterano dei western Fernando Sancho; apprezzabile la colonna sonora: è di Ennio Morricone; sceneggiatura di Tessari e Alfonso Balcazar. 5/10.
Il bandito Ringo viene scarcerato dallo sceriffo con la promessa di una forte ricompensa se sgominerà una banda di rapinatori e recupererà il bottino; Ringo ovviamente fa il triplo gioco: illude anche i rapinatori di stare dalla loro parte, per poter tenere il malloppo tutto per sè.
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