Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Ovvero, all’alba dei maccheroni western. Al soldo di uno sceriffo, in uno dei miliardi di paesini di quella tanto celebrata frontiera occidentale, il giovane e svelto Ringo, detto Faccia d’Angelo, s’infiltra nella banda di malviventi che pianifica un colpo alla banca. Inutile dire che vincerà il bene – o meglio, chi si elevava a difensore della giustizia sociale. Primo film di una quadrilogia, è una colorata – che fulgida fotografia! – e scattante pistolata diretta con efficacia da un Duccio Tessari alle prese con un’orchestra ispanico-italiana. Il punto di forza di questa commedia western piena di brio sta nel suo non pigliarsi mai sul serio, nel burlarsi del mito dell’ovest, nell’affrontare la tematica con goliardia e spensieratezza. Il tutto attraversato da quella sottile e manco troppo velata ironia che ispira assai divertimento. Non può certo vantare una sceneggiatura originale, ma ha almeno dinamismo e suscita simpatia. Nonostante non si potesse reputare un attore con la A maiuscola – avremmo dovuto attendere Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini, lo splendente Giuliano Gemma, che si faceva chiamare ancora Montgomery Wood, era sinceramente uno schianto di ragazzo.
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