Trama
Negli anni Settanta una famiglia di borghesi, industriali italiani, è costretta dalle minacce delle Brigate Rosse ad abbandonare il loro castello sulle rive del Po per trasferirsi in Francia a Parigi. La freddezza dei rapporti familiari di quegli anni accompagna la crescita di Louise (Valeria Bruni Tedeschi), da sempre insofferente per le decisioni di un padre e di una madre impegnati a salvaguardare le loro carriere di imprenditore e artista. Dopo decenni di segreti familiari che emergono inaspettati e momenti di forte apprensione per la malattia che colpisce il fratello Ludovic (Filippo Timi), Louise farà i conti con i fantasmi del passato quando dovrà rientrare in Italia per la vendita del castello. L'incontro con Nathan (Louis Garrell) e la nascita del loro amore le permetteranno di riprendersi in mano i propri sogni e sperare in un futuro migliore.
Approfondimento
UN CASTELLO IN ITALIA: UNA STORIA DI FAMIGLIA
Un castello in Italia, terzo lungometraggio diretto dall'attrice e regista piemontese Valeria Bruni Tedeschi, racconta la storia di una famiglia per cui la vendita di un'importante casa (il castello del titolo) con i ricordi che custodisce rappresenta quasi la fine di un mondo e segna l'inizio di un altro. Nello scrivere la sceneggiatura del film (con Agnès De Sacy e Noémie Lvovsky), oltre che ispirarsi alle vicende private della propria famiglia (lasciando però fuori qualsiasi rimando alla sorella Carla Bruni), Valeria Bruni Tedeschi ha tenuto in considerazione il modello offerto da Il giardino dei ciliegi di Cechov, in cui un'aristocratica e la sua famiglia ritornano nella loro proprietà per riscattare un'ipoteca.Protagonista principale di Un castello in Italia è il personaggio di Louise che, interpretato dalla stessa Bruni Tedeschi, è chiamata a confrontarsi con il desiderio di sopravvivere al dolore del passato e alla solitudine che incombe sulla sua esistenza. Passato e futuro spingono Louise a fare i conti da una parte con il fidanzato Nathan (molto più giovane di lei e di differente classe sociale ma con cui condivide il mestiere di attore) e con il suo desiderio di maternità (con la decisione di ricorrere alla fecondazione in vitro), e dall'altra parte con il rapporto che la lega al fratello Ludovic, gravemente ammalato, e che ricorda quelli pericolosamente vicini tra fratello e sorella in Il giardino dei Finzi Contini di De Sica e Salto nel vuoto di Bellocchio.
Un castello in Italia, poi, per certi versi è anche un film di confessioni: Ludovic è malato di Aids e ciò per la prima volta permette a Valeria Bruni Tedeschi di affrontare apertamente lo shock legato alla malattia che nel 2006 causò la morte del fratello Virginio.
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Riservando per sé la parte della protagonista Louise, per Un castello in Italia Valeria Bruni Tedeschi ha optato per un cast formato da attori francesi e italiani, rispettando la nazionalità delle persone reali a cui i loro personaggi sono ispirati. Il ruolo di Nathan è interpretato da Louis Garrel, vero compagno della Bruni Tedeschi per un paio di anni, così come ad impersonare la madre di Louise è Marisa Borini, vera madre della regista diretta dalla figlia per la terza volta dopo le esperienze in È più facile per un cammello... e Attrici. Ad interpretare Ludovic è invece Filippo Timi, che per la parte ha anche dovuto perdere diversi chili, mentre l'elegante Jeanne, fidanzata di Ludovic, ha il volto di Céline Sallette. Xavier Beauvois dà vita invece al personaggio di Serge, una sorta di giullare che con le sue verità - talvolta dolorose - permette agli altri personaggi di capire che cosa devono fare e come agire.
Oltre a piccoli ruoli di contorno affidati agli attori italiani Pippo Delbono e Silvio Orlando, Un castello in Italia conta anche su una piccola partecipazione dell'attore icona Omar Sharif, presente nella scena dell'asta a Londra.
Note
Tra le ansie, i desideri, i bilanci di una donna e di una classe si procede per compensi e scompensi affettivi (in girotondo amori e familiari riempiono e svuotano buchi emotivi, sublimano nascite e decessi, desideri incestuosi, sentimenti repressi). Il cortocircuito arte/esistenza sta tra il catartico e il taumaturgico e racconta lo stallo nevrotico di chi ha problemi con il proprio piccolo mondo dorato in decadenza mentre il mondo intorno, lontano dalla bambagia, è già decaduto. Una borghesia che sa degradarsi e deridersi nella commedia trash radical chic, ma non riesce a raccontare la tragedia, il dolore, nemmeno il proprio. Anche in questo difetto, in questa incapacità, c’è l’unico possibile valore del film: la sincerità.
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
Ok Valeria Bruni Tedeschi (e ci mancherebbe ...) ma il tutto e' da sonno.voto.1.
commento di chribio1Deliziosa commedia amara, piena di echi personali della regista/interprete Valeria Bruni Tedeschi, frizzante, autentica, nevroticamente sincera e sinceramente nevrotica. Voto 7.
commento di ezzo24