Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Western onesto, ma poco personale seppure con un'anima di fondo horror (il pazzo che spunta alla fine, quando si credevano tutti i morti, è un po' un'idea che funge da precursore dei futuri slasher movie americani con i pazzi che non muoiono mai). Lenzi dirige con mano sicura, pur non evitando una certa frammentazione nella prima parte e qualche inverosimiglianza verso l'epilogo (il modo in cui il protagonista finge di passare dalla parte dei banditi è, per come è stato messo in scena, del tutto inverosimile).
Molti i debiti con la filmografia di Leone (si va dal tesoro nascosto in una tomba, al pestaggio del protagonista da parte della banda criminale, passando per il pistolero doppio giochista).
Particolare, anche se poco rilevante ai fini della storia (si ha un po' la sensazione che abbia il mero ed esclusivo ruolo di allungare un soggetto troppo breve) l'introduzione di un gruppo di schizofrenici che, sfuggiti da un manicomio/carcere, mettono a ferro e fuoco il paese.
Interessante la caratterizzazione del protagonista (un testimone di Geova inizialmente pacifista e astemio, finché non gli sterminano la famiglia), e del predicatore (idea che sarà ripresa e sfruttata in modo assai più incisivo da Tarantino in "Pulp Fiction").
Buona la girandola di colpi di scena finale. Vedibile, ma niente di nuovo anche se con sprazzi embrionali qui non sfruttati ma lanciati a mo' di germi che hanno contaminato molti film successivi di genere diverso. Voto: 6
Il miglior Lenzi si vede in altri film.
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