Regia di Robert Rodriguez vedi scheda film
Bisogna ammetterlo: con la saga di Machete (terzo capitolo già in cantiere) Rodriguez ha trovato la misura al suo progetto, il giusto equilibrio tra il recupero grindhouse tarantiniano e la neospazzatura targata Asylum. Il secondo atto è puro trash maggiorato ad arte, grazie a una ricerca estetica studiata a tavolino che eleva a potenza la materia archetipica della golden age del cinema di genere, soprattutto italiano. Personaggi bidimensionali (e bipolari) incrociano i loro destini nelle gabbie dei filoni popolari, agendo in contesti fantapolitici da strapazzo (il presidente Usa è Charlie Sheen!) delegati a contesti western di frontiera, progressivamente sfumati fino alla fantascienza più sciatta, approdo senza ritorno di ogni cinematografia bis a fine corsa. Il tutto condito da pseudonimi (nei titoli Sheen torna Carlos Estevez), trailer d’apertura (Machete Kills Again... In Space!), rimandi interni a C’era una volta in Messico o Planet Terror e altre convenzioni da serie Z. Sbattendosene dei mostri sacri, Rodriguez saccheggia modelli alti (L’impero colpisce ancora, 24 e molti altri) applicandoli alle sue caricature, in un cast che somiglia molto a una corte dei miracoli circense. Trejo, ormai icona stabile come prima di lui George Hilton, Luigi Montefiori & Co., è affiancato dai residuati attoriali Sheen, Gibson e Banderas, dall’icona del trash ripulito Lady Gaga e da una schiera di taglie forti che sputano piombo dal Wonderbra (Vergara) o si aggirano con mitra sotto l’abito da damigella (Heard). Manca la trama? Allora eccola: Machete uccide i cattivi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta