Regia di Robert Rodriguez vedi scheda film
“Machete Kills” (id., 2013) è il quindicesimo lungometraggio del regista di San Antonio Robert Rodriguez.
Dopo il primo capitolo del 2010 ecco arrivare il secondo dove l’aggiunta dice già tutto (purtroppo prima e a conti fatti dopo l’uscita dalla sala dove le teste pensanti sono davvero poche).
Senza tergiversare e parafrasare ogni recondito vizio di farsi piacere ogni scena, rimando, citazione e quant’altro il film delude (in buona parte) le aspettative (se così vogliamo chiamarle da una pellicola fin troppo facile nello schema secondo e nel copiare il mezzo titolo dell’amico Quentin). Un gioco che prosegue da subito con un ritmo di accumulo a iosa che non porta a nulla e finisce col fiato corto(issimo). Una parodia continua che involontariamente (forse o non forse da pensarci) scorre nel grottesco al rovescio e in buona misura in uno sguardo interiore (di risaputo) indigesto e troppo frammentario. Un vuoto di idee che è tenuto in piedi da anellamenti a pioggia da schermaglie, spot, situazioni e misure di altre pellicole il cui riferimento pressoché concatenato diventa quasi ridicolizzare il tutto (i veri originali rimangono integri…) sopra un piatto che appare tristemente senza assaggi. Una misera accozzaglia che sfocia in un destino di un’opere(ina) mediocre (e più) e alquanto insulsa.
Un paravento il cast in mostra ma ogni messaggio rimane lì incastonato e dimenticabile da quasi subito. Quindi l’intervento di Carlos Estevez, Mel Gibson, Lady Gaga, Antonio oltre al ‘machete’ Danny Trejo, non aggiungono nulla o quasi nulla al percorso di un film che pare sbandare a più riprese e tenta l’inverosimile con aggiunte e botte di intelligenza (sic…) nei rimandi chiari e evidenti a tutta una filmografia da prendere in ‘giro’ ma alla fin fine è Rodriguez a non sapere più cosa sta facendo e quale via deve proseguire per arrivare ad un finale alquanto inutile e fintamente tragicomico. Lo ‘scary-movie’ continuo ecciterà gli animi di ridicoli filmetti ma qui il miscuglio delle scene si ferma quasi da subito e la spirale delle citazioni è senza un costrutto che non riesci neanche a seguire il poco che il film(etto) vorrebbe dire. Fare l’elenco di registi e pellicole a cui molto prende ‘Machete Kills’ ma poco rimane realmente diventa quasi inutile e ossessivo per chi ha visto le immagini in questione: si passa da Coppola a Spielberg, da De Palma a Scott, da Tarantino a Eastwood, da Leone a Cameron, dal nulla a tutto quel circondario filmico parossistico, sgangherato e commediante sui personaggi ‘americani-cazzoni’ che circondano la politica della stanza ‘ovale’ (e sì che il buon Presidente usa non mezze frasi quando il suo ‘culo’ ha già quella forma mentre quando risponde al telefono in camera –privo di cellulare…chi sa perché?!- gli passano la cornetta un ‘buon’ numero di ‘conigliette’ –vecchio termine…in disuso…-che al suo fianco formano l’alcova in un letto a piazze continue!!). Tanto il Presidente degli Stati Uniti è già ridicolo al primo apparire e farsi aiutare dal ‘machete’ è solo virtù e vizio di un potente finito…in braghe di pantaloni. E’ il personaggio riuscito meglio nel film (secondo chi scrive): faccia diversa, recitazione sgranata e, anche perché, compare non molte volte per non volerlo inflazionare da subito. Purtroppo è il film che si inflaziona da subito partendo (dopo un breve spot inutile) con una scena bella (dura qualche minuto)…e ambientazione giusta…arriva la sparatoria che salva il tutto…tutti morti a parte…(chiaro naturalmente….) e poi cosa ti puoi più aspettare…se il film già di dà la scena finale in un batter d’occhio???!!! Nulla. Infatti tutto fila liscio con arrovellamenti inutili, troppe teste mozze, replicanti uno dietro l’altro e parolacce per colorire una storia che non lascia segno (alcuno). E pensare che l’ambientazione messicana è accattivante e le polveri sui personaggi (negli esterni) sono d’effetto. Ma tutto finisce qui. “Dove cazzo sono…?” “E questi stronzi chi sono?”. Ecco nel breve volgere di un minuto di pellicola queste due domande (che non portano a nessun pretesto narrativo) danno la misura (misera) di una pellicola che si può saltare e anche vedere se uno ha voglia in seconda serata (per prendere sonno).
Danny Trejo (‘Machete Cortez’) fa il suo e ci mette anche l’impegno ma vestito da cameriere e da astronauta diventa un fumetto (troppo) posticcio da falsificare quel gusto ironico a cui il film tenderebbe in ogni momento. Le donne in schiera ci mettono ‘bellezza’ e ‘seno’ ma il gusto di sparare è fin troppo forte nella regia (‘tarantinata’) di Rodriguez: vedere il ‘pistolotto’ (con palle d’alluminio) che spara al centro dell’armeria pubica di un ‘assassina’ ad ogni costo non fa effetto ma voler fare gesti da ‘sesso-spinto’ diventa alquanto pastosamente-sublime-di-idiozia-pasticciata (della specie…ma deve far ridere…??!!). Il bravo (per certi versi) Presidente-Charlie Sheen ha un certa dose di vera ironia e di –presa-per-il-culo- di tutto il dietro della Politica. Mel Gibson appare imbolsito di posticcia recitazione futile in un personaggio alquanto privo del suo mondo (ma poi qual è il suo mondo recitativo?...e la sua filmografia…doveva finire in aschera….). Antonio Banderas firma il suo con quello che sembra sa fara da sempre. Lady Gaga recita? O sa recitare? Domanda non ironica e nemmeno fantasiosa. Aspettiamo (con ansia spasmodica ) il prossimo film del regista (“Sin City 2”) dove la diva prosegue nella misura che più gli si addice (così una volta si diceva…) e il buon Robert Rodriguez …vediamo dove va a parare. Regia: non vorrei essere troppo di parte.
Voto: 5--.
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