Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Godard con questo suo ultimo film torna a frammentare il mezzo cinematografico con quello spirito ribelle che lo ha sempre contradistinto sin dai primi capolavori della Nouvel Vague. Questa volta la forma non si ferma all'immagine in se o alle tecniche di montaggio particolari, già viste e riviste nelle precedenti opere del regista, ma si espande raccontando la frammentarietà della vita, delle parole e, appunto, del linguaggio. Girando l'opera con mezzi tecnici alla portata di tutti come il cellulare, il regista francese arriva a dare un'idea di realtà che si avvicini agli spettatori e che risalta domande come "Vivere o raccontare ?" e che dona realismo ai suoi personaggi, facendo sembrare il tutto un documentario. Come in ogni suo film c'è una donna e un uomo, la loro storia e le loro discussioni, ma questa volta non c'è la politica o la rivoluzione cinematografica al centro di tutto, ma la vita di un regista che ha passato la vita a raccontare, registrata attraverso gli ennesimi suoi personaggi (tra cui il suo cane) che rapresentano le sue frammentate riflessioni ed emozioni.
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