Una donna sposata e un uomo solo si incontrano: si amano, si sostengono a vicenda e infine volano pugni mentre un cane vaga tra città e campagna. Le stagioni passano e l'uomo e la donna si incontrano nuovamente. Questa volta il cane si trova con loro e i due diventano tre ma l'ex marito distrugge ogni cosa. Un secondo film comincia, lo stesso di prima ma anche diverso. Dalla razza umana si passa alla metafora, tutto finisce nell'abbaio e nei pianti di un bambino. Nel frattempo, ci saranno persone che parlano della caduta del dollaro, della verità della matematica e della morte di un pettirosso.
Pilastro della cinematografia novecentesca, Godard ha visto inaridire sempre più la sua vena concettuale. Sopperisce con mestiere affabulatorio e una scaltra maieutica debordiana che sollucchera i critici di estrazione filosofica. Molte le asserzioni inficiate dal carattere demiurgico dell'opera e dalla mai smaltita radicalizzazione ideologica.
Lo vidi all'epoca della sua uscita in Italia, nel 2014, e ne rimasi deluso, tanto da scriverne una severa stroncatura; mi ero ripromesso già allora di rivederlo e adesso ci sono riuscito, purtroppo ancora senza il 3D, e per quanto la mia opinione non sia cambiata in maniera radicale, ho deciso di riscrivere comunque la recensione. Penultimo film completato da Godard, "Adieu au language"… leggi tutto
CANNES 2014 - CONCORSO
Più che la morte del linguaggio l'ultima opera del sempre più controverso ed incomprensibile, complesso, tortuoso ed indecifrabile Godard, può sembrare il funerale del cinema: o almeno del suo cinema. Il grande vecchio della Nouvelle Vague, che ora spara a zero sulle nuove leve del cinema mondiale contemporaneo, sferra un attacco definitivo… leggi tutto
'Addio al linguaggio' è il 39simo lungometraggio di Jean-Luc Godard e, al momento (ottobre 2017), l'ultimo da lui girato: all'interno della sua corposa filmografia ho sicuramente apprezzato maggiormente i suoi primi grandi film - dal celebre esordio 'Fino all'ultimo respiro' a 'La donna è donna', con la musa (e allora moglie) del cineasta Anna Karina, passando per lo splendido (ma… leggi tutto
«Ma che senso ha? Allora perché siamo partiti? Perché abbiamo affrontato tutto questo, noi e i nostri antenati e discendenti, se non per far funzionare le cose qui?» Freya scosse la testa in…
O: Fuck, I like "Cazzo"! Iniziamo con una tautologia: a testimonianza diretta dell’importanza (ma pure la bellezza, anche quella, vien da sé) che questo romanzo pubblicato nel 2001 da Percival Everett…
“La comprensione ha un prezzo, è di per sé una cazzo di malattia.” Il linguaggio - tanto quello parlato/ascoltato quanto quello scritto/letto (ma non quello pensato, ovvero…
Cerchiamo di capirci.
Per favore, eh.
Intelligenze aliene e intelligenze artificiali: entrambe alt(e)re, stran(ier)e, estranee.
Se tradurre è tradire lo è anche incontrarsi per…
Traduzione letterale: Mai Più Dormire. Traduzione interpretativa: giungere al di là e alla fine de e oltre il Sonno, o: del dare cibo ai vermi. «La fisica risponde alla domanda:…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
'Addio al linguaggio' è il 39simo lungometraggio di Jean-Luc Godard e, al momento (ottobre 2017), l'ultimo da lui girato: all'interno della sua corposa filmografia ho sicuramente apprezzato maggiormente i suoi primi grandi film - dal celebre esordio 'Fino all'ultimo respiro' a 'La donna è donna', con la musa (e allora moglie) del cineasta Anna Karina, passando per lo splendido (ma…
“Finisco le mie lettere dicendo Écr. l’Inf. [= Écrasez l’Infâme, schiacciate l’infame (il Fanatismo Religioso)], così come Catone diceva sempre Delenda Carthago! [=…
Godard con questo suo ultimo film torna a frammentare il mezzo cinematografico con quello spirito ribelle che lo ha sempre contradistinto sin dai primi capolavori della Nouvel Vague. Questa volta la forma non si ferma all'immagine in se o alle tecniche di montaggio particolari, già viste e riviste nelle precedenti opere del regista, ma si espande raccontando la frammentarietà della…
Interno domestico: un uomo e una donna discutono animatamente, litigano, si riappacificano. Fuori intanto i bambini giocano, le auto sfrecciano nella notte, un cane si rotola nella neve.
Con tutto il rispetto per l'autore, Adieu au langage è un minestrone di ardua digeribilità, formalmente poco (o niente) impressionante, a livello di contenuti molto modesto e un bel po'…
Premio della giuria ex-aequo con lo splendido Mommy di Dolan, Adieu au langage fa presagire già solo dal titolo la sua natura complessa e fuori dal comune. Che sia un visionario (e socialista) di Godard lo si sapeva, ma nei primi minuti di Adieu au langage lo si nota ancor di più. Lotta continua, Flaubert, Solzhenitsyn caratterizzano i primi 5 minuti. E poi c'è un cane. E…
Purtroppo non l'ho visto in 3D e questo è già una grossa lacuna, perchè non ho potuto fruire appieno dell'estetica che presenta questa pellicola, che in tale livello raggiunge un'espressione comunicativa sensoriale al di là del linguaggio verbale, ma per esserne una lancinante apologia come possibile-impossibile ricostruzione del mondo...
Devo anche dire che non l'ho…
Premessa doverosa: chi scrive non ha avuto modo di visionare il film in 3D così come l'autore l'ha previsto.
<<Le più grandi invenzioni mai realizzate, lo zero e l’infinito>>.
<<No, il sesso e la morte>>.
Adieu au langage è la paura, il tribolamento, l’ansia di una dissoluzione, una…
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Pilastro della cinematografia novecentesca, Godard ha visto inaridire sempre più la sua vena concettuale. Sopperisce con mestiere affabulatorio e una scaltra maieutica debordiana che sollucchera i critici di estrazione filosofica. Molte le asserzioni inficiate dal carattere demiurgico dell'opera e dalla mai smaltita radicalizzazione ideologica.
commento di Inside man