Regia di Manuel Sicilia vedi scheda film
Primo film internazionale dello studio Kandor Graphics di Granada, con il patrocinio di Antonio Banderas, Justin e i cavalieri valorosi va controcorrente e non si avvale del 3D sebbene sia animato in CGI. La sua semplicità dovrebbe esserci simpatica, ma la storia di Justin, che sogna di diventare cavaliere in un regno dominato dalle leggi, ha chiaro sottotesto militarista. La critica alla mollezza dello stato di diritto, che trascura i valori della forza, sfocia nel rimpianto dei bei tempi andati, in cui i cavalieri combattevano, e nel fascino dell’armatura, ossia della divisa. La scelta poi di caratterizzare il più viscido dei cattivi con modi e battute effeminate non fa che accentuare il machismo. Così, sebbene in almeno una sequenza lo ricordi da vicino, Justin e i cavalieri valorosi è l’antitesi di Dragon Trainer. Un peccato perché l’animazione è discreta, lo humour, pur non brillante, evita cadute scatologiche e ci sono diverse citazioni, da Guerre stellari a Frankenstein Jr., fino al gufo meccanico di Scontro di Titani e al modulo A38 di Le dodici fatiche di Asterix. Piuttosto riuscita anche la banalizzazione del fantasy, con la magia simile ai controller delle console videoludiche e al GPS e la trasformazione di una taverna per avventurieri in un fast food. Un po’ di irriverenza in stile Shrek non basta però a camuffare il messaggio: più reazionario di qualunque film Disney.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta