Regia di Kompim Kemgumnird vedi scheda film
Il figlio del presidente di Capital State (leggi Usa) si perde nella foresta, abbandonato dal suo armamentario tecnologico. Nora e il piccolo Kim, che sa dialogare con la natura, gli salvano la vita. Intanto il cielo si fa livido, luci oscure lo squarciano, il mondo eleva il proprio canto funebre. I capi di stato di ogni paese, riuniti, decidono di affidarsi alla salvifica bomba fredda. Che salvifica - scoprono per merito dei pargoli - non è. Che decisione prenderanno? Si dice che una delle prove dell’ideologia che governa la terra, e che la sfrutta, sia il fatto che per la maggior parte dell’umanità sia più semplice immaginare la fine del mondo piuttosto che la fine del capitalismo: il cinema, con la sua recente e incontrollata produzione di possibili apocalissi, conferma. Così questo film, presentato al Giffoni Film?Festival 2013, pone sulla bilancia elementare il quotidiano sfruttamento energetico e la fine dei giorni, dimostrando che per chi ci governa la scelta è tutt’altro che ovvia. Ovvero: si dice che la nostra sia la società del rischio, del rapporto basse probabilità/alte conseguenze (esempio: emissione di piccole particelle di carbonio/riscaldamento globale). Qui le probabilità si fanno certe e le conseguenze ineluttabili, ma c’è sempre qualcuno che è abituato a rischiare. Per voler d’ideologia. È questa, per un adulto, l’unica intuizione di uno sgangherato film d’animazione per infanti, dal tratto tardodisneyano, il bozzettismo da sguardo coloniale occidentale importato e la tendenza ad abbandonarsi al confuso delirio ecologico e animista.
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