Regia di Júlio Bressane vedi scheda film
Un mese dopo la morte di Michelangelo Antonioni, il regista brasiliano Julio Bressane si reca a visitare la tomba del regista italiano.
29 minuti di nulla: nient’altro che riprese amatoriali all’interno di un cimitero, in cui il feticismo di un sedicente cineasta gli fa compiere migliaia di chilometri e sprecare tempo e danaro per fare quello che potrebbe fare chiunque altro dotato di una videocamera. Tra le azioni intraprese dall’imbranato manipolo di improvvisati reporter, c’è addirittura un fallimentare tentativo di forzare il lucchetto della cappella. Si chiude con un po’ di istantanee da “making of” e qualche cervellotico raccordo di montaggio con audio e video associati senza un senso logico.
C’è da chiedersi se con la scusa della sperimentalità si possa spacciare per cinema qualsiasi cosa. Due sono le cose: o sono un regista anche io, oppure questo non è un film. Il dubbio è legittimo. Ciò che invece è certo è che una tomba chiusa rimane una tomba chiusa e senza un barlume di idea non c’è arte.
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