Regia di Nicolas Vanier vedi scheda film
L’emblema del film è nei titoli di coda: paesaggio mozzafiato, musica suadente e due figure, un bambino ed un cane, che si allontanano nella neve. Sono questi gli elementi principali messi in scena in “Belle e Sébastien”, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Cècile Aubry, già conosciutissimo in Italia grazie ad una serie cartoon di successo. L’amicizia tra l’orfano Sèbastien e il cagnone bianco ingiustamente ritenuto pericoloso, ambientata sulle Alpi francesi durante la Seconda Guerra Mondiale, viene cucita sulla pellicola da Nicolas Vanier, avventurista e regista , superspecializzato nel genere (non banalmente in quello “avventura”, bensì in film con neve e cani: guardare l’incredibile filmografia per credere!).
Il film è una sagra dei buoni sentimenti, in cui perfino i nazisti hanno il cuore buono (tanto che alla fine, mancando una nemesi, la scrittura rischia di essere deboluccia). La confezione risente del background dell’autore, richiamando alcuni elementi tipici del documentario. Le emozioni non mancano, specie per chi ama i cani: impossibile non innamorarsi del cagnone coraggioso ed intelligentissimo. In fin dei conti tuttavia, a parte l’ambientazione meravigliosa, niente di speciale da segnalare.
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