Regia di Nicolas Vanier vedi scheda film
Di Belle & Sebastien ricordiamo affettuosamente la serie animata, i pascoli verde pastello dove il pastore maremmano e il suo amico bambino saltavano di roccia in roccia sulle note della sigla-tormentone. La versione cinematografica dei racconti di Cécile Aubry affonda lo sguardo nella neve alpina: un panorama mozzafiato che il documentarista Vanier coglie con trasporto e cura del dettaglio, armonizzando l’elemento umano e il respiro del paesaggio nei momenti più tesi (il ragazzino calato con una corda nel vuoto insondabile tra le vette) come nei più spensierati (il bagno nel lago, le scorrazzate tra i monti). Gli abitanti del luogo imbracciano le armi e cercano “la Bestia”, un cane enorme incattivito dalla violenza del padrone e ritenuto responsabile della mattanza di pecore. Solo il piccolo Sebastien, imbattutosi nell’animale, riesce a discernere la diffidenza dalla crudeltà. Il piccolo esordiente Bousset percorre con credibile audacia l’ottundente bellezza dello spazio bianco, il cane ammaestrato manifesta i suoi sentimenti in guaiti inequivocabili strappando più di un sorriso al pubblico under 10. Vanier infila il racconto di un’amicizia nella Storia della Seconda guerra mondiale, che si ferma straniante sullo sfondo e talvolta interrompe il flusso armonico della fiaba: gli invasori non raggiungono mai l’impatto drammatico degli “autoctoni” Tchéky Karyo, severo eppure affettuoso, o Margaux Châtelier, graziosa e fiera. L’incanto infantile è incontaminato, ma la visione adulta risente di un contesto debole, da eliminare o approfondire.
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