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La sposa promessa

Regia di Rama Burshtein, Yigal Bursztyn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La sposa promessa

di ethan
6 stelle

A Tel Aviv, la famiglia Mendelman, appartenente alla comunità di ebrei charedì, combina il fidanzamento per la figlia minore, Shira (Hadas Yaron) ma, improvvisamente, la sorella maggiore Esther (Renana Raz), al nono mese di gravidanza, muore (ma il figlio che ha in grembo si salva) lasciando solo il marito Yochai (Yiftach Klein): i famigliari, a questo punto, vorrebbero che Shira 'riempia il vuoto' lasciato dalla sorella, sposandosi con Yochai.

'La sposa promessa', o meglio ancora 'Lemale et ha'halal', cioè Riempire il vuoto è l'opera prima - e al momento ancora unica per quanto riguarda i lavori di finzione - di Rama Burshtein, neoregista nata a New York ma dal nome chiaramente di origine ebraica, che, non sapendo 'né leggere né scrivere', concentra in maniera austera la sua macchina da presa, quasi sempre immobile, sui volti dei protagonisti di questa tragedia ambientata tra le ritualità, a mio modo di vedere, piuttosto arcaiche di una minoranza all'interno della confessione ebraica, già di per sé parecchio rigorosa, dove tutto ciò che succede alle persone facenti parte di essa passa al vaglio dell'autorità religiosa che ne è il capo, il rabbino, il quale, tra le sue varie attività, in una scena - la migliore del film - che raggiunge vertici comici e paradossali, decide persino quale elettrodomestico una donna debba comprare per la sua casa...

Il film visivamente, anche grazie alla sontuosa fotografia di Asaf Sudri, che sceglie colori molto caldi e contrasti chiaroscurali, per accentuare appunto i contrasti che nascono tra i personaggi in campo, non si può dire che non sia apprezzabile ma il problema è che non racconta nulla di nuovo - si pensi al recente e ben più vibrante 'Viviane' degli Elkabetz - su un tema a dir poco ipersfruttato, che osserva, con occhio da entomologo, una società dove la vita e i destini degli individui sono già preordinati e decisi senza interpellare i diretti interessati e soprattutto ha la 'colpa grave' di essere poco emozionante, eccezion fatta per l'elemento per cui verrà forse più ricordato, vale a dire l'intensa prova della quasi esordiente Hadas Yaron, il cui volto, bello ed espressivo, viene costantemente inquadrato in primo piano: meritata Coppa Volpi a Venezia 2012 per la sua interpretazione!

Voto: 6 (v.o.s.).

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