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La sposa promessa

Regia di Rama Burshtein, Yigal Bursztyn vedi scheda film

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La recensione su La sposa promessa

di alan smithee
6 stelle

Piccola opera prima subito selezionata per il concorso veneziano, il film della regista Rama Burshtein ha in particolare il merito di addentrarsi piu' che tanti altri film nelle spirali misteriose e poco note di una delle religioni piu' rigorose, riservate e chiuse in se stesse che esistano sul pianeta. La vicenda (tratta da esperienze reali) di una giovane donna promessa sposa ad un ragazzo che sta completando la sua formazione religiosa, ma poi indotta a sposare il cognato rimasto vedovo dell'amata moglie partoriente, è davvero soprattutto un presupposto prezioso per introdurci nei meandri oscuri ed invalicabili di un popolo laborioso e solidale nel suo interno quanto fermamente chiuso in se stesso e poco propenso ad apparire, a cercare proseliti o fornire solidarietà per chi vive fuori. Una religione antica e intransigente, un po' cupa, almeno superficialmente e che non fa nulla per uniformarsi ai tempi che evolvono, fiera portavoce di un credo che sta alla base di tutto il cristianesimo ma che non ha voluto condividere l'avvento di quel Messia che tutte le altre religioni venerano e celebrano nelle loro liturgie. Al tempo stesso il film, povero e dignitoso, e per questo spesso chiuso all'interno di case private degli agiati protagonisti, si sofferma sul dramma umano di una  decisione certo non facile da prendere: quella della bella e dolce protagonista, combattuta dal dilemma se sposare il suo promesso (già quello un matrimonio di circostanza, non certo d'amore) o seguire le intuizioni materne e venire incontro alle sofferenze del buon cognato rimasto vedovo con un bambino neonato che i familiari della defunta potrebbero rischiare di non vedere mai piu' se l'uomo convolasse a nozze con una ebrea di origini belghe. E allora il dramma tutto interiore si concentra in una sofferta decisione che matura pian piano e si consuma nel volto appassionato della bella giovane protagonista, convincente a tal punto da venir insignita della Coppa Volpi per la convinta interpretazione che è certamente uno dei punti forti dell'opera.

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