Trama
Shira proviene da una famiglia di ebrei osservanti, ha 19 anni e si sta preparando alle nozze con un promettente allievo di una scuola religiosa quando sua sorella muore nel dare alla luce il suo primo figlio. Devastata dal dolore, la madre di Shira si preoccupa che il genero Yochay, rimasto ormai da solo, trovi un'altra moglie e porti via lontano da lei il nipotino. Per evitare che ciò accada, si convince che Shira debba sposare Yochay. Di fronte ai pareri contrastanti di amici e familiari, Shira è combattuta tra i suoi desideri e il senso di dovere nei confronti della famiglia.
Approfondimento
LA SPOSA PROMESSA: ISPIRATO DA UNA STORIA VERA
La sposa promessa rappresenta l'esordio nel lungometraggio di Rama Burshtein, nata a New York ma trasferitasi a Gerusalemme per completare gli studi e dedicarsi all'uso del cinema per promuovere l'autonomia espressiva della comunità ortodossa. Incentrando il suo lavoro sul rapporto tra uomini e donne, la Burshtein ambienta La sposa promessa nel mondo chassidico, in cui capita che talvolta i genitori suggeriscano ai figli chi sposare. La storia trae ispirazione da una circostanza occorsa alla stessa regista, che a un matrimonio ha incontrato una ragazza che si apprestava a sposare il marito della sorella morta.
ASSENZA DEL DIALOGO RELIGIOSO
Dando voce nell'ambito del dialogo culturale alla comunità ebrea ultra-ortodossa, La sposa promessa non ha nulla a che vedere con il problema del dialogo tra il mondo religioso e quello laico. Per far notare l'assenza della questione, Rama Burshtein ha girato a Tel Aviv, senza mostrar troppo la città e i suoi aspetti secolari e scegliendo posti poco conosciuti.
Poiché Fill the Void è un piccolo film che si svolge soprattutto all'interno di una casa, Rama Burshtein ha lavorato con pochi mezzi a disposizione, concentrandosi soprattutto sui personaggi, sui dialoghi, sui colori e sulle inquadrature. Ai toni morbidi dell'illuminazione e delle inquadrature, frutto del lavoro del direttore della fotografia Asaf Sudry, fanno eco i costumi colorati e pittoreschi che rielaborano gli abiti tipici del mondo chassidico.
ECHI DI JANE AUSTEN
La sposa promessa ha molti elementi in comune con i romanzi di Jane Austen. Il parallellismo è evidente nella scelta di Rama Burshstein di far svolgere la storia in un mondo chiuso, regolato da norme chiare e rigide, da cui i personaggi non vogliono scappare. In una Tel Aviv quasi tagliata fuori dal mondo moderno, le complicazioni e le risoluzioni della trama strizzano l'occhio al modo in cui la scrittrice tesseva le proprie storie.
Il cast
Hamas Yaron, che vestendo i panni di Shira ha il ruolo della protagonista, ha vinto con La sposa promessa la Coppa Volpi per la miglior interprete femminile al Festival di Venezia 2012. Attrice israeliana nata nel 1990 nel 2012, quando recitò in La sposa promessa aveva 22 anni (ovvero 4 di più del suo personaggio… Vedi tutto
Note
Esordiente, Rama Burshtein fa di inesperienza virtù: la macchina da presa quasi immobile, i primi piani, la fotografia costantemente flou, anziché trasmettere l’incertezza della regia, amplificano la vicinanza con i tumulti del cuore della protagonista e la pellicola finisce per “respirare” insieme a lei. Incastrata in un onere troppo grande per la sua età acerba, tirata in opposte direzioni dalla necessità di agire per il bene dei suoi, dal terrore che la attanaglia, dal dispiacere di vedersi privata del matrimonio che sognava o credeva di sognare, Shira (la giovanissima vincitrice della Coppa Volpi a Venezia 2012 Hadas Yaron, un volto che è paesaggio cangiante e magnetico) si tormenta.
Trailer
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- Coppa Volpi miglior interprete femminile a Hadas Yaron al Festival di Venezia 2012
Commenti (8) vedi tutti
Con forte imbarazzo e con l’orrore di chi detesta le ingiustizie e la tracotanza dei potenti scrivo queste righe nel momento più cupo della storia di Israele, ancora una volta in guerra con i palestinesi.
leggi la recensione completa di laulillaTipico film "da festival" con usi e costumi lontani dai nostri canoni.Rivisto da poco...l'ho preferito alla prima visione fatta tempo fa....l'ho trovato un po' lento e troppo meditativo (parere personale).
commento di ezioUno sguardo interessante all’interno della società ebraica. Un film accurato ma un filo lento. Voto 6,5/10.
commento di alexio350Pellicola che mostra un certo "stile Religioso" con aspetto ovviamente diversi dai Nostri e tutto il resto ruota intorno ad una lentezza abbastanza ripetitiva : purtroppo non un Film di facile visione nonostante qualche spunto riflessivo ci sia.voto.4.
commento di chribio1Il film è una piccola e meravigliosa opera, ma ha un notevole impatto emotivo e assorbe completamente l’attenzione dello spettatore. Ogni scena, ogni inquadratura pare emanare gli odori di quelle case, piene di mobili, soprammobili, tessuti, tende, velluti, vestiti pesanti
leggi la recensione completa di michemarInteressante sotto tutti i punti di vista. sembra di vedere un documentario sulla vita interiore ed esteriore della comunità ortodossa ebraica. L'unico difetto è che l'aspetto interiore predomina su tutto il resto creando un certo squilibrio.
commento di ferdinando menconibello, intenso
commento di liberituttiUN MONDO TUTTO NUOVO DA AVVICINARE.TUTTI BRAVI
commento di fralle