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Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Captain Phillips - Attacco in mare aperto

di Enrique
8 stelle

Captain Phillips è uno eccellente thriller che, in quanto tale, sa tenere alta la tensione fino all’ultimo, o meglio; riesce ad alimentarla costantemente in un crescendo incessante che è tanto avvincente quanto snervante al contempo, in special modo quando cattura dentro la trappola della scialuppa, ovvero una trappola che taglia via le ultime residue vie di uscita; un nodo scorsoio che, a furia di stringersi, rischia di sospendere anche l’ultimo soffio vitale…

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Obiettivo del film, però, non è soltanto quella di documentare un fatto di cronaca realmente accaduto; al centro delle inquadrature c’è la rappresentazione intensa e asciuttissima al contempo di un duello fisico e mentale fra 2 uomini (il capitano del titolo, da un lato, e, dall’altro lato, un altro capitano, a modo suo); cui peraltro fa da contraltare, inevitabilmente, l’ottima raffigurazione dello scontro impari fra 2 abissi di (in)civilità; fra i figli smarriti più tipici del 4° mondo di oggi (derelitti affamati da guerre intestine, miseria totale ed illusione di soldi facili, anche per via di taluni incredibili passati sequestri di successo) e l’imprenditoria yankee-irish, abbastanza ben preparata anche a situazioni limite come quelle in Mar d’Arabia… figuriamoci quando presto lascia il posto alla cavalleria pesante (ma pesante sul serio) che quando si mette in moto lo fa per un motivo ed uno soltanto; e da quel momento non c’è via di scampo.

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Un confronto-scontro che comunque riesce ad addensare sempre più la tensione, offusca il pensiero, agita i corpi e spinge ogni oltre limite l’umana capacità di sopportazione; fino al collasso (da un lato) ed il successo (dall’altro).

Eppure Greegrass è bravo a non chiudere perfettamente il cerchio; Confeziona spettacolo adrenalinico immediato e una buona dose di riflessione che accompagni lo spettatore ancora nel suo rientro sicuro a casa. Così, un’intensa sensazione di liberazione, si fa mista all’amarezza (mai – sia chiaro – ricattatoria) della sconfitta, per il disastro umanitario che si consuma oramai da decenni in una landa derelitta di mondo, abbandonata a sé stessa, su cui il film apre uno spiraglio… che non chiude del tutto.

Una riflessione che, a ben vedere, origina fin da subito, ad inizio film, con le prime battute del capitano Phillips / T.Hanks rivolto alla moglie, con cui esprime la sua inquietudine per la gioventù di oggi e le difficoltà che dovrà incontrare per ottenere una qualsiasi occupazione dignitosa e farsi strada sul mondo del lavoro.

Ed ancora, in quel momento, i fantasmi della pirateria africana non erano nemmeno all’orizzonte.

Da P. Greengrass (quello specializzato in trasposizioni semi-cronachistiche di autentici drammi collettivi e non quello appassionato di action movies sparatutto, in teatro bellico o civile che sia) non mi aspettavo niente di meno.

Non (mi) ha deluso.

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