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Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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La recensione su Captain Phillips - Attacco in mare aperto

di FilmTv Rivista
8 stelle

Nel mare nostrum, che non è solo nostro, ci sono i migranti che fanno naufragio e annegano, ci sono gli scafisti e ci sono, quando ci sono, le motovedette. In altri mari, nell’Oceano Indiano, al largo della Somalia, ci sono i pirati che vanno all’abbordaggio delle imbarcazioni mercantili, come quella del capitano Phillips. Fatto vero: nell’aprile del 2009, la mastodontica portacontainer MV Maersk Alabama fu catturata da quattro (poverissimi) pirati somali armati che presero in ostaggio il comandante Richard Phillips. Era il primo sequestro di una nave da carico battente bandiera a stelle e strisce. L’autobiografia del capitano ha un bel titolo avventuroso, A Captain’s Duty - Somali Pirates, Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea. Paul Greengrass ne ha tratto un film puntiglioso, realistico e avvincente. Greengrass è il regista di opere come United 93 - su un altro fatto di cronaca terroristica, il dirottamento di uno degli aerei dell’11 settembre 2001, quello che cadde nelle campagne della Pennsylvania - e Bloody Sunday, sulla domenica di sangue del 30 gennaio 1972 a Derry, Irlanda del Nord; ma ha anche diretto due capitoli della saga di Bourne, The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo. Realtà e ricostruzione del reale vs. finzione e forza dei generi. In Captain Phillips i filoni confluiscono. C’è il fatto: l’abbordaggio. C’è il thriller. C’è il confronto tra il capitano e il leader dei pirati. Ci sono due uomini stretti nella tenaglia di poteri lontani che li sovrastano. C’è una storia di sopravvivenza: per il comandante, i suoi uomini nascosti sottocoperta e il suo cargo, come anche per i fuorilegge. Greengrass ci mette tutta la sua maestria, sia sul versante della precisione dei fatti sia nella costruzione della tensione. Intensità, autenticità, umanità e disperazione, più quella particolare forma di resistenza e adattamento ai colpi e alle avversità che si chiama resilienza. Phillips sa che tutto può finire, per lui, in un attimo, quando i pirati se lo portano via. E sa che la sola cosa da fare è lasciarsi plasmare dagli eventi per poter resistere. Tom Hanks, figura d’attore che associamo alla calma e alla adattabilità, è il capitano che ce la può fare.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 44 del 2013

Autore: Bruno Fornara

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