Regia di Paul Greengrass vedi scheda film
Il soggetto è tratto da una storia vera, ma la sceneggiatura si basa sul libro autobiografico scritto dal protagonista della vicenda. Vi sono (state) diverse polemiche in merito alla presunta aderenza alla realtà dei fatti, con accuse anche pesanti da parte di altri testimoni oculari. Non avendo però elementi sufficienti e la necessaria conoscenza per discriminare il rispetto della veridicità, mi limiterò a giudicare il film in qualità di opera romanzata di finzione, sebbene magari plausibile, trascurando del tutto una qualsivoglia valutazione circa l'attendibilità degli aspetti biografici o documentari.
Preciso immediatamente che sono rimasto molto soddisfatto dal buon risultato ottenuto. Ha ogni carta in regola per entrare di diritto nella categoria dei thriller drammatici, in particolare per il suo alto tasso di adrenalina e per la tensione continua. Il ritmo non è costante, nel senso che si succedono momenti concitati e da cardiopalma con altri più dialogici e insieme claustrofobici. La paura è tangibile e alcuni frangenti sono da brivido. Intendiamoci: non è il terrore in senso horror; si parla piuttosto dello stato emotivo d'insicurezza e di ansia, timore e apprensione, smarrimento di fronte al pericolo.
Se questa empatia è così forte, il merito credo sia principalmente del cast. Ciascuna interpretazione ha il sapore del vissuto, appare credibile, e il non citarle tutte è solo a cagione di esigenze di tempo e di spazio in questa sede. Non vuole affatto essere uno sminuire i comprimari nei confronti dei due personaggi principali che più hanno entusiasmato la critica. Tom Hanks (Capitano Richard Phillips) è assorto in un grande ritratto umano. In massima parte di carattere impassibile, regala invece intense emozioni sul finale, dove gli si concede l'opportunità di dare libero sfogo alle sensibilità sino a quell'istante represse. Non escludo che tale prova d'attore con la "A" maiuscola gli possa valere l'ennesima candidatura al Premio Oscar. La seconda rivelazione giunge da Barkhad Abdi (Abduwali Muse). Sul volto di colui che si trova a capo del gruppo di pirati è leggibile l'ambiguità del ruolo e il travaglio interiore per la responsabilità delle decisioni, in un mondo dove troppo spesso le scelte altro non sono che costrizioni.
Mi sento allora di premiare questo Captain Phillips, che è stato capace di avvincermi più di quanto mi aspettassi. A dispetto dell'argomento, che potrebbe non incuriosire poi così tanto, io consiglio di concedergli la possibilità di una visione. Nel panorama dominato dai blockbuster (anche se, per come è ritratto qui, l'intervento americano ne è di nuovo un esemplare, benché ridotto), ci si può accordare ogni tanto un prodotto diverso dal solito. E in questo Paul Greengrass ha vinto la scommessa, naturalmente con le sue immancabili riprese da telecamera a mano, mai come in questa occasione funzionali agli spazi angusti e al restituire il realismo del coinvolgimento nella partecipazione in prima persona.
Richard Phillips è il capitano della nave mercantile MV Maersk Alabama, che viaggia in direzione Mombasa attraverso il Golfo di Aden. Quando il cargo viene abbordato da pirati Somali su due piccole imbarcazioni, Phillips riesce a seminarle, ma non accadrà così il giorno seguente: una barca più veloce con un gruppo di 4 pirati comandati da Abduwali Muse riesce a salire sulla nave e a catturare il capitano, mentre la maggior parte della ciurma si rifugia in sala macchine. La Marina militare americana si attiva per liberare l'equipaggio...
Questo è un buon lavoro da parte di Henry Jackman, tensivo al punto giusto e incisivo. Senza eccessi non necessari, accompagna le immagini e le traduce in musica con congrua discrezione. Nulla di indimenticabile, ma è appropriata.
Avendo soddisfatto le mie aspettative, non saprei individuare modifiche o interventi sostanziali. Promosso così.
Il suo stile di ripresa con telecamera a mano si ama o si odia. Comunque si rivela un maestro nel creare tensione.
Protagonista indiscusso, è il capitano Richard Phillips. Nuova dimostrazione di talento, se ce ne fosse ancora bisogno.
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