Regia di Paul Greengrass vedi scheda film
"Ammazza 'so forti 'sti americani, aho!". Nemmeno fossimo in un film di Alberto Sordi, dal regista segnalatosi per due episodi di Jason Bourne (The Bourne supremacy e The Bourne ultimatum) e per un altro film muscolare che inscenava il braccio di ferro tra americani e terroristi (Green zone) ci viene proposta un'ulteriore variante dello strapotere strategico-militare a stelle e strisce, epigono di quel cinema patriottico e tendenzialmente di destra che ha trovato in John Ford e nella serie di Rambo i suoi più illustri antenati.
Stavolta siamo nel 2009 (la storia è realmente accaduta), quando una nave cargo battente bandiera americana e trasportante viveri per gli aiuti umanitari (dettaglio propagandistico non secondario) venne attaccata da un commando di pirati indigeni al largo delle coste somale. Il comandante della nave, Rich Phillips (Hanks), venne preso in ostaggio a bordo della scialuppa con la quale i pirati si misero in fuga. Le forze speciali americane fecero il resto.
La messa in scena è impeccabile e al film, sotto il piano dello spettacolo, non si potrebbe chiedere di più: non un solo momento che smorzi la fortissima tensione, non un'inquadratura meno che professionale ed enorme dispendio di mezzi, uomini e location. Un blockbuster, dunque, ad altissimo impatto spettacolare, affidato all'ennesima prova gigantesca di Tom Hanks. Sul piano dei contenuti, però, è tutt'altra storia: i somali per poco non hanno l'anello al naso; il loro comandante (Abdi) picchia sul quadro di comando della nave cargo nemmeno fosse una bertuccia e più in generale il divario - di mezzi, intelligenza, strategia - è artificialmente sottolineato in tutti i modi possibili, come quando il cinema western si ostinava a rappresentare i pellerossa come i rissosi usurpatori dei diritti dei bianchi.
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