Regia di Michael Anderson vedi scheda film
In un futuro prossimo la società è organizzata in maniera capillare e un solo superuomo, detto Grande Fratello, è a capo di tutto e tutto controlla tramite un complesso sistema di telecamere. In nome suo si combattono guerre e si rinuncia alla libertà personale, anche se una piccola fronda cerca di emergere.
Ci sono due ragioni per vedere questa pellicola: innanzitutto si tratta della prima trasposizione cinematografica del celeberrimo romanzo 1984 di George Orwell, uscito nel 1949 e quindi ancora di pubblicazione piuttosto recente; e poi, per il pubblico italiano, un titolo del genere non può non risultare irresistibile, involontariamente demenziale com’è (nonchè totalmente privo di significato in relazione alla storia narrata, anche questo non bisogna sottovalutarlo). Con una sceneggiatura a quattro mani firmata da William P. Templeton e Ralph Gilbert Bettison, il regista londinese Michael Anderson mette in scena l’impossibile storia d’amore e ribellione che ha per protagonisti Winston e Julia, mantenendo toni, caratteri e dialoghi calligraficamente aderenti alla pagina scritta; l’unica variante significativa è nel finale, sebbene non comporti grandi scompensi nel complesso del lavoro. Bene i protagonisti (Edmond O’Brien e Jan Sterling; ma compaiono anche Donald Pleasance, Michael Redgrave, David Kossoff, Carol Wolveridge e Patrick Allen), dalla recitazione impostata e doppiati con accenti retorici che richiamano palesemente la scena teatrale; a fornire questa atmosfera retrò e di maniera collabora naturalmente anche il bianco e nero. La narrazione procede spedita nella prima parte, rallentando verso il finale; certe soluzioni negli effetti speciali oggi si definirebbero ‘poveristiche’, ma anche l’aggettivo ‘ingenue’ non sarebbe usato qui a sproposito. Di seguito Anderson girerà un altro film tratto da un notissimo romanzo: Il giro del mondo in 80 giorni, da Jules Verne. 3,5/10.
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