Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Commediole, film canori e cappa e spada: in quegli anni Domenico Paolella licenziava di tutto, soffermandosi in particolare su queste tipologie di pellicole, con ritmi di lavoro da catena di montaggio; nel corso del solo 1960 riuscì a girare lavori di tutti e tre i generi appena citati: rispettivamente Madri pericolose, I teddy boys della canzone e questo I pirati della costa. Scritto da Ugo Guerra insieme a Luciano Martino e Bruno Rasia, il film è un romanzetto d'avventura che sostituisce, prevedibilmente, lo spessore della trama con l'azione e l'ardimento dei personaggi con la profondità dei loro caratteri. Il regista ha comunque il polso saldo e il protagonista Lex Barker sa il fatto suo in ruoli di questo calibro: già Tarzan negli anni Quaranta, in quel periodo girava spesso a Cinecittà prodottini analoghi, nei quali poteva sfoggiare appieno le sue doti di aitante e fascinoso belloccio; curiosamente Barker veniva dalle riprese de La dolce vita, dove interpretava il marito della Ekberg: una particina, ma anche un bel salto di qualità se confrontata agli altri ruoli che gli venivano sottoposti contemporaneamente. Nel cast qui compaiono anche Liana Orfei, Livio Lorenzon, Gerard Blain, Nino Vingelli; musiche pompose ma gradevoli, in quanto adatte al tono generale dell'opera, di Michele Cozzoli. La storia è miserrima in quanto a idee, la confezione però non sfigura. 3/10.
Condannato perchè ingiustamente ritenuto un pirata, un capitano spagnolo viene mandato ai lavori forzati; durante il viaggio in nave, però, riesce a provocare l'ammutinamento e a prendere il comando dell'imbarcazione, diventando realmente un pirata.
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