Trama
Laura è rimasta vittima di un incidente stradale lasciando il fratello trentottenne Davide in preda allo sconforto e nella più cupa depressione. Accettando di impartirle delle lezioni di violino, Davide conosce Costanza, diciottenne di buona famiglia annoiata dalla quotidianità. Dopo la prima lezione, Costanza si imbatte in una misteriosa trentenne con cui fa subito amicizia e che due giorni dopo, tornando a casa di Davide, riconosce in una foto. Incredulo di fronte al suo racconto, Davide gli rivela che Laura è morta tre mesi prima. Passata l'incredulità del momento, i due decidono di capire come sia stato possibile l'incontro, indagando su qualcosa che li porterà su un percorso misterioso e catartico.
Note
Non sono tanto le motivazioni dell’eponima ed ectoplasmica eroina a turbare lo spettatore, quanto quelle dell’autore, all’opera seconda, e del produttore Stefano Calvagna, firme di un mélo parapsicologico da risata involontaria. La messa in scena è evanescente quanto la povera Laura, l’effetto “trailer di Maccio Capatonda” lampeggia allarmante dietro l’angolo per tutti i 92 minuti della durata, ma a rendere indigeribile la visione è la sconcertante sceneggiatura semiamatoriale, che dopo aver pasticciato con il cinema di genere, rifila allo spettatore l’esperienza salvifica in pieno stile da confessione Tv a Barbara D’Urso.
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