Regia di Salvatore Mereu vedi scheda film
Cronaca di un 3 agosto che due ragazzine cagliaritane trascorrono fra il quartiere popolare dove vivono e il mare. Storie squallide, personaggi squallidi, posti squallidi; famiglie disastrate, padri irresponsabili, giovani bulli; gente che defeca, si masturba e si fa le pere. Un dramma senza catarsi ma anche senza nessuna grandezza tragica; un orizzonte ristretto, che rende impossibile ogni via di fuga dal mondo lercio in cui si è condannati a vegetare. Di tutto ciò siamo ragguagliati grazie alla fastidiosissima voce della protagonista che si rivolge allo spettatore e che alterna senza nessuna logica l’italiano e il sardo (sottotitolato) a distanza di una frase, rendendo ancora più difficile seguire una vicenda così frantumata. Alla fine tutto si stempera in un fellinismo di maniera, con l’apparizione di una misteriosa maga e con la sognante sequenza sui titoli di coda che sembra appartenere a un altro film. Se questo è il giovane cinema italiano da difendere, siamo messi proprio bene. Almeno Cinico TV faceva ridere.
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