Regia di Salvatore Mereu vedi scheda film
Cronaca di un 3 agosto che due ragazzine cagliaritane trascorrono fra il quartiere popolare dove vivono e il mare. Storie squallide, personaggi squallidi, posti squallidi; famiglie disastrate, padri irresponsabili, giovani bulli; gente che defeca, si masturba e si fa le pere. Un dramma senza catarsi ma anche senza nessuna grandezza tragica; un orizzonte ristretto, che rende impossibile ogni via di fuga dal mondo lercio in cui si è condannati a vegetare. Di tutto ciò siamo ragguagliati grazie alla fastidiosissima voce della protagonista che si rivolge allo spettatore e che alterna senza nessuna logica l’italiano e il sardo (sottotitolato) a distanza di una frase, rendendo ancora più difficile seguire una vicenda così frantumata. Alla fine tutto si stempera in un fellinismo di maniera, con l’apparizione di una misteriosa maga e con la sognante sequenza sui titoli di coda che sembra appartenere a un altro film. Se questo è il giovane cinema italiano da difendere, siamo messi proprio bene. Almeno Cinico TV faceva ridere.
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Un film che mi e' piaciuto tantissimo e che se hai tempo ,puoi trovare nella mia breve recensione,postata tempo fa,poi capisco perfettamente che ognuno di noi riceve da ogni pellicola emozioni diverse...pensa che ho appena visto Meraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani e ho avuto la tentazione di buttare dal balcone il dvd,preso dalla rabbia di vedere cinema italiano senz'anima.....come vedi de gustibus.....grazie del tuo commento.
Certo, la realtà di quel quartiere di Cagliari è ancora peggiore di come descritta nel film. Ma qualcuno doveva fare questo film, i problemi delle periferie non sono solo a Napoli o a Palermo. Il cinema sardo, quello veramente sardo, ha il merito di avere coraggio e poco falso pudore. Grazie, comunque, apprezzo veramente la tua recensione e l'azzeccato accostamento a qualche momento "felliniano". Un saluto cordiale. Antonio.
Grazie a te per il commento. E benvenuto, visto che sei un utente nuovo.
Grazie per il benvenuto. A presto, spero. Antonio.
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