Regia di Salvatore Mereu vedi scheda film
Il cinema sardo, ancora una volta, dimostra di avere vita propria, di essere impermeabile all'italietta cinematografica di oggi, di essere profondamente legato al territorio, all'isola. Così questo bel film di Mereu si muove su un terreno (sur)reale, astratto, informe, alla periferia della periferia di Cagliari, dove i casermoni, i motorini, la disconnessione famigliare, la fanno da padroni. Lo sguardo dritto in camera di Caterina, eccezionale la ragazzina che la interpreta, come tutti, più veri del vero, c'informa della sua vita, dei personaggi che la popolano, dei primi amori, delle timide fughe, senza mediazione alcuna, diretta, come solo i ragazzini sanno essere. Dimenticatevi i film falsi, furbi, dei Moccia, dei lucchetti, dei metri sopra al cielo. Qui, piaccia o non piaccia, c'è la vita vera, i muri scrostati, il puzzo e il non-futuro. Aria nuova, finalmente, dove si fa Cinema veramente, che immerge, addolora e, perchè no, fa sorridere, grazie all'acutezza della dodicenne (!!) protagonista. Sardegna, Italia. Più che mai.
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