Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film
Film non per tutti, crudo anche se realistico.
Se dovessi trovare un verbo per descrivere questo film, sarebbe sicuramente INDUGIARE. Il regista indugia sulla sofferenza (con primissimi piani), sulla disumanità e sulla crudeltà dei carnefici, sulle ferite insanguinate, sulla carne lacerata. Questo indugiare si traduce in una fustigazione che può durare 4 o 5 minuti con te che implori che finisca, ma sembra non finire mai. La crudeltà gratuita, la cattiveria gratuita, il sadismo permeano le 2 ore di durata del film (gratuito non significa che si poteva evitare nel film, ma che è gratuita da parte dei personaggi). E' come se il regista volesse dirti: "Tu pensi di sapere cos'è la tortura, cosa hanno potuto patire i neri nell'America dell'Ottocento... Be' ti sbagli, adesso ti faccio vedere io cosa hanno provato veramente!". Ecco perchè il film non è per tutti, nemmeno se si è adulti (non capisco cosa significhi che "la visione è consigliata al solo pubblico adulto", in questo caso non basta essere adulti).
La trama è ben costruita e, nonostante la lentezza del film, scorre tenendo sempre alta l'attenzione. Ma dopo 2 ore di tanta sofferenza mi sono chiesto chi vince. E sufficiente che il protagonista riesca a riappropriarsi della sua libertà? E gli altri? Che fine fanno quelli che restano nella piantagione, indegni nemmeno di un suo saluto? Allora anche il protagonista pensa solo a se stesso?
Per una visione consapevole del film (che nonostante tutto consiglio) bisogna tener presente che tranne il rapimento del protagonista e di alcuni suoi compagni di sventura, tutto il resto è perfettamente legale. Per un pubblico non americano, credo sarebbe stato opportuno ricordarlo all'inizio del film:
La schiavitù negli Stati Uniti d'America fu un istituto previsto dalla allora vigente legislazione, durata per più di un secolo, da prima della nascita degli USA nel 1776, e continuata per lo più negli Stati del sud fino al 1865 a seguito della guerra civile (wikipedia).
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