Regia di Joel Anderson vedi scheda film
AFA ESTIVA & BRIVIDI HORROR
Si definisce mockumentary, quel particolare stile cinematografico che "si caratterizza per la volontà, più o meno palese, di ingannare lo spettatore, narrando fatti mai avvenuti, spacciandoli per reali".
L'horror da anni, se non decenni, ci sguazza senza ritegno su questo furbo espediente narrativo, forte dei guadagni che piccole produzioni indipendenti dai costi irrisori come Blair Witch Project o Paranormal Activity, con relativi puntuali e spesso pessimi sequels, si sono portate a casa, per la gioia dei rispettivi finanziatori/produttori.
Lake Mungo lo è ancor di più dei precedenti, un mockymentary, in quanto simula in modo più puro, almeno rispetto ai precedenti e più famosi qui sopra citati, la messa in scena di un documentario che coinvolge i testimoni, interessati, conoscenti di chi è stati oggetto o vittima di un fatto tragico: in questo caso prendendo in esame un ipotetico fatto di cronaca nera occorso ad una ragazza australiana un decennio orsono.
Laddove infatti i precedenti fortunati film citati immaginavano di riprendere, sotto forma di filmato amatoriale, ciò che accade a determinate persone mentre si filmano nell'atto di compiere una determinata impresa, qui, ancor più subdolamente, si finge di intervistare persone che a loro volta si fingono, recitando un testo, i testimoni o i diretti interessati del misfatto dai contorni misteriosi.
Nel caso in esame, una ragazza in età teen scompare mentre sta facendo un pic nic coi genitori ed il fratello presso una suggestiva località semi-desertica nei pressi di Lake Mungo.
La ritrovano poco tempo dopo annegata. I familiari, sconcertati ed addolorati, non si capacitano a rassegnarsi alla disgrazia, ma quando per la casa indizi e circostanza sospette cominciano a manifestare segni e presenze della defunta, l'ipotesi che all'interno di quella intimità familiare viva ancora il fantasma della figlia, ovvero ancora meglio la figlia sia viva e cerchi di farlo comprendere con discrezione ai parenti, diviene una vera e propria ossessione per i superstiti, che si convincono a far riaprire il caso, riesumare il corpo, farsi seguite da sedicenti medium per consigli e per entrare in contatto con la scomparsa.
In seguito il film procede, con una buona tecnica narrativa ed espedienti furbi, ma di sicuro effetto, ad accumulare indizi per poi smontarli, ad aggiungere nuova carne al fuoco introducendo ulteriori personaggi e segreti inconfessabili che hanno caratterizzato l'intimità complicata e nom così innocente della ragazza.
Insomma, sembra di trovarci di fronte ad un Twin Peaks mutato geneticamente in mockumentary, di fronte al quale è impossibile credere sia casuale il fatto che la defunta si chiami Alice PALMER...!?!
Non critico, in questa sede, il modo sapiente e meticoloso con cui il film appare ben costruito, ambientato, otchestrato almeno nel rispetto della suspence e nella tensione che provoca nello spettatore.
Sono invece molto perplesso ed infastidito dalla furbizia di tutta l'operazione nel suo complesso, che non si distanzia molto, a mio avviso, dalle macchinazioni scaltre e dalle false ricostruzioni ordite con ricorrenza ormai abituale da molta televisione a sicuro effetto e presa sull'edizione popolare, e che spaccia con estrema noncuranza per vero ciò che vero non lo è affatto.
Mi infastidiscono i personaggi dei (falsi) genitori che piangono e si disperano a comando, perché non siamo in un film di fiction, ma in un falso documentario: proprio tutto ciò che mi fa pensare alla falsità di molta televisione, di molte finte inchieste, di molti "chi l'ha visto".
La circostanza pou che ci informa che la vicenda è tratta da fatti realmente accaduti, e la discesa in campo di un santone specializzato a leggere le menti, non fa che accentuare questo mio fastidio, disagio ed avversione al film.
Sono consapevole che lo stesso, semi sconosciuto alla sua comparsa in rete, è stato poi in seguito molto apprezzato, anche da nostri recensori qui, alcuni peraltro molto qualificati ed esperti, e non solo di horror; ma Lake Mungo resta per me una furbata davvero poco tollerabile, artificiosa (anche se ammetto che le ricostruzioni delle apparizioni del fantasma possono suscitare qualche inquitudine), fine a se stessa, infarcita di dialoghi-confessioni che mi creano irritazione anziché coinvolgimento.
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