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Enemy

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Enemy

di gerkota
4 stelle

Le riprese dall'alto di una metropoli avviluppata in una coltre di caligine color seppia, da subito trasmettono allo spettatore il senso di oppressione, di angoscia e di prigionia spirituale che caratterizza l’opera filmica di Denis Villeneuve, cineasta che negli ultimi anni ci ha abituati davvero bene, a partire dall’avvincente thriller Prisoners (2013). Con questo Enemy il regista canadese, che ha dato tante volte prova di grande concretezza e senso del ritmo filmico, segna un passo falso nella sua carriera. A dimostrazione che non sempre è possibile rendere con successo al cinema ciò che funziona tra le pagine di un libro.

Jake Gyllenhaal

Enemy (2013): Jake Gyllenhaal

L’opera tratta da un romanzo del Nobel per la Letteratura José Saramago e ridotta per il grande schermo da Javier Gullón, ha la non indifferente pecca di svolgersi con una lentezza esasperante, accompagnata da una colonna sonora (Bensi e Jurriaans) altrettanto noiosa. Atmosfere vagamente kubrickiane sono inserite nella narrazione in immagini senza mai dare l’impressione che ve ne sia una precisa contezza. Così come il ricorrente espediente del ritrovo per soli uomini che osservano, lascivi, belle donne compiere bizzarri giochi erotici con coinvolgimento di grossi ragni, rimanda a morbosità in stile Eyes Wide Shut.

 

Lo sguardo quasi naturalmente malinconico del protagonista Jake Gyllenhaal (I fratelli Sisters) sarebbe il mezzo ideale per trasmettere la sofferenza dell’anima del protagonista, ma è talmente ostentato per tutta l’ora e mezza di film, da risultare indigesto anche per un normale ammiratore dell’interprete di Los Angeles, che nell’insieme resta intrappolato in una gabbia di ingranaggi non oliati.

Jake Gyllenhaal, Mélanie Laurent

Enemy (2013): Jake Gyllenhaal, Mélanie Laurent

Ne fa le spese il tema dell’alter ego proposto dalla vicenda letteraria, che non emerge dalle immagini di Villeneuve con la dovuta efficacia e la necessaria onestà artistica nei confronti di chi guarda. Penalizzate da tutto ciò anche le due attrici, la collaudata Mélanie Laurent (Bastardi senza gloria) e Sarah Gadon (Maps to the Stars). Del tutto insipido e a dir poco superfluo il mini cameo di Isabella Rossellini.

 

Deludente, come detto, per quanto riusciti si sono rivelati i successivi lavori di Villeneuve. Da evitare, voto 4,4.

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