Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Cinema dell'inquietudine e del disturbo. Per goderne in pieno bisogna cedere qualcosa... 8 DISTURBANTE
Villeneuve non spreca le magnifiche potenzialità del tema del doppio e le incornicia con il suo stile che fa dell'inquietudine nell'incedere del climax il cardine del proprio stile. C'è una tensione latente gestita magistralmente capace di colpire nel profondo, dove il subconscio scalcia per sfuggire dalle regole sociali e dall'ineluttabile incedere delle esistenze correlate fra di loro. L'elemento psicologico spezza l'Io e l'alter ego si evolve disturbante, togliendo certezze sia reali che irreali, ricorrendo a simboli e richiami ancestrali presenti da sempre nella storia dell'umanità. Così abbiamo il ragno che focalizza la nostra attenzione, ma non ci deve distrarre dalle ennesime grandi figure femminili del cinema del regista canadese, mattatrici conscie di essere e di avere la soluzione del dramma. Una soluzione chiaramente negata nel clamoroso finale che può fare sia 'incazzare' che gridare al prodigio, rimanendo prima di tutto però indimenticabile, quindi degno di nota. Semplice definirlo un film non per tutti, invece è un'opera giustamente ambiziosa:
1- da analizzare strato per strato, ancor meglio leggendosi il romanzo originale (che io chiaramente non conosco...)
2- da usare come grimaldello per scavare oltre le proprie frustrazioni nel territorio delle paure, della 'fragilità' del pensiero moderno dove (appunto) il caos.........
Il bello dunque inizia quando la pellicola finisce!
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