Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Il caos è un ordine non ancora decifrato.
Adam è un insegnante metodico, preciso, che vive una vita routinaria, molto schiva e con l'unico impegno serale dell'arrivo della sua donna a casa con cui cena e fa l'amore. Senza TV né internet, senza apparenti amici, un giorno una conversazione casuale con un collega gli fa venire voglia di andarsi a cercare il DVD di un film "girato qui in città". La visione scorre senza sussulti, ma alla notte, come per un rigurgito di riflessione, Adam si sveglia e va a riguardare una certa scena in cui gli sembra di scorgere un attore praticamente identico a lui che sta recitando una piccola parte ...
Dopo Prisoners, Villeneuve fa uscire questo film intimista e inquietante, in cui la storia si sviluppa con lentezza ma arriva a coinvolgere completamente lo spettatore soprattutto a livello emotivo.
Quando Adam infatti scopre l'esistenza di un possibile sosia, ma un sosia perfetto non solo nelle dimensioni fisiche ma anche nella voce, si insinua in lui un'ansia di conoscenza commista al timore di scoprire qualcosa di innominabile.
La vicenda, inframmezzata dalle visioni onirico/fantastiche aracnofobiche che richiamano certe pagine di Kafka, è tutta incentrata sul tema del "doppio" di sé: chi saremmo se avessimo seguito una strada diversa? saremmo peggio o meglio di come siamo adesso? c'è più il tema dell'invidia della vita altrui o l'anelito al riscatto?
La questione resterà irrisolta anche perché ogni spettatore potrà dare un significato diverso alle ultime sequenze del film. Ma è certo che non sarà facile scordarsi della intricatissima tela di ragno intessuta da Villeneuve, metaforicamente illustrata con il mostruoso ragno che domina dall'alto una afosa e inquinata Toronto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta