Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Nei labirinti della mente. Noi siamo il nostro nemico. Luce e tenebra. Razionalità e istinto. Sessualità e sentimento. Fiducia e inganno. Stabilità, sicurezza e crisi. Villeneuve cala in una Toronto ottimamente fotografata la storia di un uomo sdoppiato, regalandoci un'affascinante thriller che mescola Lynch e Cronemberg con echi Hitchcockiani. Atmosfere dark e discesa negli abissi della follia individuale mai così efficaci dai tempi de L'Uomo Senza Sonno con Christian Bale. Gyllenhaal è ottimo interprete delle due facce della medaglia: un professore di storia sull'orlo del collasso nervoso e un attoruccio con misteriose frequentazioni serali di sex club. Ognuno con una relazione stabile, due donne a rappresentare l'amante e la compagna in dolce attesa. In mezzo incubi, visioni, scambi di ruolo, crisi d'identità, dubbi, parentele, incredibili parallelismi. Ma molto probabilmente parliamo dello stesso uomo nelle varie sue forme e proiezioni. Nei suoi ipotetici, probabili, scissi futuri derivanti da un'unica matrice. A far da a cornice alla suggestiva storia, oltre all'ottima ambientazione urbana, una colonna sonora evocativa (scarna e percussiva), e il simbolismo del ragno, di cui il film è disseminato. Regia di personalità, da seguire.
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