Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Il canadese Villeneuve è considerato uno dei registi più "cool" del momento, uno di quelli più interessanti anche in prospettiva futura, nonostante abbia realizzato già la bellezza di otto film. In quest'ultimo lavoro, prende a prestito un romanzo di José Saramago, "L'Uomo Duplicato", e ne ricava un denso thriller psicologico, lento e avvolgente, che vede la doppia interpretazione di un bravo Jake Gyllenhaal, nel ruolo di un uomo che scopre di avere un suo clone, con tutte le conseguenze del caso. Non conosco il libro, premetto, quindi non so se le oniriche, e francamente oscure, rappresentazioni di Villeneuve, che aprono e chiudono il film, facciano parte del "realismo magico" dello scrittore portoghese o se siano frutto della sua testolina psichedelica, sta di fatto che mi sono parse pretenziose e indecifrabili, per la mia testolina ottusa. Tutto il resto è affascinante, ma sinceramente la storia non mi ha coinvolto più di tanto. E' come un episodio di "Ai Confini Della Realtà", con una bella verniciata di stile, ottimi attori, qualche tetta, allungato il giusto per raggiungere l'ora e mezza, e con una spruzzata di simbolismi pelosi, in tutti i sensi. Qualcuno griderà al capolavoro e si farà pipponi incredibili. Io preferisco farmeli in altro modo. Rimane un film, comunque, interessante.
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